
Ho ascoltato Ezio Bosso suonare al Festival di Sanremo. L’ho ascoltato parlare parole bellissime, forti e sincere.
Ho visto un uomo che cercava di guidare come meglio poteva la macchina del suo corpo. Ho visto le sue mani aprire porte immaginarie nell’aria per permettere a chiunque di poter entrare nella sua musica.
Ezio Bosso è un compositore. Compone note per rendere il silenzio un posto migliore. Il mondo si ciba di uomini buoni come cattivi senza distinzione. Ecco, tuttavia, questo mondo che è solo il movimento, sembra quasi aver paura di Ezio.
Lui fortunatamente è diverso da tutti noi. Noi siamo purtroppo gli uguali. Ezio ha note e parole che sono macigni che cadendo ai piedi degli astanti, costringono a spostarsi e a cercare finalmente un motivo per non rimanere prigionieri di posizioni sicure e statiche.
Cosa ci aspettiamo accada, aspettando tristemente che qualcosa avvenga?
La grandezza morale di un uomo è pari alla forza con cui si oppone agli eventi. La maledizione degli uomini è quella di voler scacciare un Dio che non abita in questa terra assieme a loro.
Ezio non si cura di trovare una consolazione. La sua musica e la sua vita sono la prova che un solo uomo può essere un dio solo se altri uomini credono in lui. Essere dei di quelle stanze in cui non si respira l’odore di incenso, ma l’odore di quel pranzo offerto per condividere la grazia dei sentimenti.