«Quando per dire a qualcuno che si vorrebbe ripulirgli le sinapsi o spaccargli la testa per infilarci qualcosa di utile si esclama: “Ti farei uno shampoo!”»

(ArsedeaH)

Andare in bagno senza il cellulare, per scoprire che il detergente intimo Saugella con estratti di Salvia Officinalis deterge e rinfresca le parti intime nel pieno rispetto della naturale acidità fisiologica.

Bene, lo avesse fatto mio figlio avrebbe ripetuto ed acquisito in trenta secondi i termini: Salvia Officinalis (cioè le erbe hanno un nome e ci si può fare il sapone?), detergere (che è più figo di lavare), parti intime (che è più figo di… vabbè lasciamo stare), pieno rispetto (cioè si rispettano pure le parti intime), acidità fisiologica (che è più figo di come natura crea).

Pensa se andasse sempre in bagno senza telefono e leggesse le etichette di tutto ciò che c’è lì dentro.

E poi arrivano le risposte alle domande inespresse e sopite: Ma com’è possibile che io, che non ho niente di geniale e sono assolutamente basica come chiunque, a dodici anni leggevo Ugo Foscolo, lo capivo e mi piaceva? Com’è possibile che a quindici anni avessi già letto Verga e deciso che mi sarebbe stato sullo stomaco per lintero corso della vita? Com’è possibile che già andassi cercando copie di Wilde e Goethe?”

Niente, non ero affatto sopra la media e non lo sarei divenuta mai; semplicemente io facevo la pipì e avevo tanti shampoo, bagnoschiuma, creme e cremine… in pratica la cultura nasceva dal bagno.

Oggi muore nel bagno, ogni volta che con il cellulare buttiamo nel water gli ingredienti delle etichette che, veramente solo a pensarci un attimo, fanno addirittura vocabolario e… irrimediabilmente… tiriamo lo sciacquone.


FontePhotocredits: Miriam Arsedea Massarelli
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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.