
«Quando per dire a qualcuno che si vorrebbe ripulirgli le sinapsi o spaccargli la testa per infilarci qualcosa di utile si esclama: “Ti farei uno shampoo!”»
(ArsedeaH)
Andare in bagno senza il cellulare, per scoprire che il detergente intimo Saugella con estratti di Salvia Officinalis deterge e rinfresca le parti intime nel pieno rispetto della naturale acidità fisiologica.
Bene, lo avesse fatto mio figlio avrebbe ripetuto ed acquisito in trenta secondi i termini: Salvia Officinalis (cioè le erbe hanno un nome e ci si può fare il sapone?), detergere (che è più figo di lavare), parti intime (che è più figo di… vabbè lasciamo stare), pieno rispetto (cioè si rispettano pure le parti intime), acidità fisiologica (che è più figo di come natura crea).
Pensa se andasse sempre in bagno senza telefono e leggesse le etichette di tutto ciò che c’è lì dentro.
E poi arrivano le risposte alle domande inespresse e sopite: “Ma com’è possibile che io, che non ho niente di geniale e sono assolutamente basica come chiunque, a dodici anni leggevo Ugo Foscolo, lo capivo e mi piaceva? Com’è possibile che a quindici anni avessi già letto Verga e deciso che mi sarebbe stato sullo stomaco per l’intero corso della vita? Com’è possibile che già andassi cercando copie di Wilde e Goethe?”
Niente, non ero affatto sopra la media e non lo sarei divenuta mai; semplicemente io facevo la pipì e avevo tanti shampoo, bagnoschiuma, creme e cremine… in pratica la cultura nasceva dal bagno.
Oggi muore nel bagno, ogni volta che con il cellulare buttiamo nel water gli ingredienti delle etichette che, veramente solo a pensarci un attimo, fanno addirittura vocabolario e… irrimediabilmente… tiriamo lo sciacquone.