Il nuovo film di Pietro Castellito alla mostra cinematografica di Venezia

Presentato alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, “Enea”, scritto e diretto da Petro Castellitto, al suo secondo lavoro da regista dopo “I predatori” (vincitore del David di Donatello nel 2020), è il resoconto, dolce e spietato al tempo stesso, degli eccessi della Roma-bene, una sorta di Grande Bellezza mutuata all’amicizia di due trentenni coinvolti in traffici di droga e in labili relazioni dal triste epilogo, è il disagio mascherato da lieto fine, i baci nascosti che lasciano spazio all’immaginazione, la solitudine intesa come arricchimento, le carceri da cui evadere, il guerriero dalla parte dei troiani che approda nel Lazio, l’amore per Eva (Benedetta Porcaroli) che trascende la quotidianità per sublimarsi nelle dinamiche famigliari con suo padre Sergio e suo fratello Cesare, a dimostrazione di quanto la genetica incida sul percorso artistico di un attore.

Figlio di una famiglia borghese, Enea trascorre molto tempo con il suo amico Valentino, diletto aviatore, frequentando festini e compagnie scomode, gestendo un ristorante sushi e giocando a tennis, Enea è conseguenza genealogica di uno psicanalista ed una giornalista, il primo vittima di rabbia repressa, riflessione di uno specchio fra i capelli, la seconda fagocitata dal dolore e dal sensazionalismo di facciata, esternazione televisiva da audience spicciola.

Enea sembra aver perso il sync del desiderio, della felicità, è a suo modo un eroe romantico, la sua umanità è evidente. La pellicola, prodotta da Luca Guadagnino, assume, grazie anche alla fotografia del polacco Radek Ladczuk, toni introspettivi e nuances surreali, disegna una realtà vera ma distopica, un’esistenza fuori dagli schemi, segno di un coraggio che Pietro Castellitto non si limita a mostrare, lontano dal modus operandi italiano, ambizioso e delicato, struggente e frivolo.

Le musiche, poi, un revival fantasioso degli anni che furono, le “Spiagge” di Renato Zero biascicate e rivisitate, note stonate di matrimoni fallaci, kamikaze appassionati di sentimenti sopiti.

“Enea” è un film difficile nel plot e nei dialoghi, ma, per questo, tremendamente caustico.