Vittoria dell’astensionismo
Il partito degli astensionisti (più del 40% degli aventi diritto) ha stravinto le ultime elezioni europee. Il dato mostra chiaramente la presenza di un clima di diffuso disinteresse nei confronti dell’Unione Europea, che non ha risparmiato Andria, dove il 55% dei cittadini ha preferito non recarsi ai seggi. Questo clima di pericolosa disaffezione nei confronti della politica nazionale e continentale, riguarda in particolare i giovani. Nel mese di maggio è stata condotta un’indagine sul livello di conoscenza dei maturandi andriesi nei confronti delle istituzioni europee, cha ha coinvolto circa 400 studenti. L’indagine si poneva due obiettivi: analizzare la percezione dell’Unione Europea e testare il livello di conoscenza degli organismi istituzionali europei. In questo articolo presentiamo i risultati della prima parte dell’inchiesta.
Un atteggiamento ambivalente
Abbiamo riscontrato un atteggiamento piuttosto ambivalente da parte dei ragazzi. La stragrande maggioranza (89%) era a conoscenza della possibilità di votare per i membri del Parlamento Europeo.
L’80% degli intervistati considerava molto importante l’elezione diretta dei membri del Parlamento Europeo, solo una piccola parte riteneva tale opportunità poco importante (11%) e mostrava indifferenza (9%) nei confronti della medesima.
Ci siamo resi conto che una grande maggioranza considerava l’UE un’opportunità da sfruttare (79%), piuttosto che un peso da eliminare in favore di una maggiore sovranità nazionale (12%) o addirittura una semplice area geografica (9%).
A dispetto di questo apparente entusiasmo, l’80% dei maturandi andriesi si è definito tuttavia poco (33%) o solo in parte (47%) interessato alla vicende europee, mentre solo il 20% degli intervistati si è mostrato molto interessato a quanto accade a Bruxelles.
Cattiva qualità dell’informazione
Ma quali sono le cause di questo disinteresse? I ragazzi risentono molto del modo in cui l’Europa viene loro raccontata. Essi sono lo specchio di un Paese in cui l’immagine dell’UE è largamente subordinata alle questioni nazionali. Nel recente libro Communicating Europe in Italy Shortcomings and Opportunities si critica la qualità del modo in cui l’UE viene raccontata ai cittadini. Di UE si parla moltissimo ormai, ma probabilmente lo si fa in modo troppo campanilistico e “conservatore”. Non a caso, le ultime elezioni si sono rivelate sostanzialmente un ennesimo referendum sul governo nazionale.
Educare alla cittadinanza europea
L’imminente presidenza del Consiglio dell’UE da parte dell’Italia offre un’occasione unica per invertire questo trend. Una migliore informazione su quanto di positivo avviene quotidianamente a Bruxelles rafforzerebbe il senso di appartenenza di tutti all’Unione, cittadini e ragazzi. La priorità del governo italiano deve tornare ad essere – prima ancora della rivalutazione delle politiche economiche e fiscali – l’educazione alla cittadinanza europea. Solo così sarà possibile sconfiggere il populismo ed elaborare politiche che mantengano vivo il sogno di integrazione e fratellanza dei padri fondatori dell’Unione.