L’annus horribilis appena trascorso ha portato in auge Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, insignite del Nobel per la Chimica. L’editing genomico studiato dalle due scienziate ha ispirato un’altra coppia, gli scrittori Marco Capocasa e Giuseppe Di Clemente, autori di “Elbrus” (Armando Curcio Editore), romanzo di fantascienza che ammicca anche a tematiche ambientali legate ai cambiamenti climatici.

Ciao, Marco. Da cosa prende il nome il vostro romanzo “Elbrus”?

È un termine “misterioso”, a giudicare dalla curiosità che genera nelle persone che hanno preso in mano il libro. In realtà, basta cercarlo su Google per scoprire quanto Elbrus sia reale. Tuttavia, preferiamo non svelare anticipatamente il suo significato, lasciando ai lettori che ancora non lo conoscono la scelta se scoprirlo in pochi secondi o con un pizzico di pazienza in più, arrivando fino in fondo al romanzo

Qual è, secondo te, Giuseppe, l’effetto più devastante che il riscaldamento globale potrebbe provocare?

Difficile rispondere a questa domanda, ancora di più per me e Marco che non siamo esperti di climatologia. Elbrus è un romanzo di fantascienza. Quando abbiamo elaborato la sua trama e gli scenari nei quali si sviluppa, abbiamo immaginato un futuro in cui l’aumento antropogenico dei gas serra ha contribuito ad incrementare in maniera drammatica lo scioglimento dei ghiacciai, il degrado dei suoli e la desertificazione. Per fare ciò ci siamo basati sulle pubblicazioni scientifiche più recenti riguardanti il global warming, riferendoci agli scenari meno ottimistici riportati in studi basati su simulazioni di modelli climatici, senza però la pretesa di fornire uno scenario realisticamente predittivo e calcando la mano al fine di costruire un contesto adatto alle vicende narrate.

È un caso che siano state proprio due donne a mettere a punto una tecnologia di editing genomico?

La storia professionale di Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna parla per loro. Hanno messo a punto il metodo di manipolazione genetica basato sul complesso Crispr-Cas9 nel 2012. Oggi la prima è direttrice della Max Planck Unit for the Science of Pathogens di Berlino, mentre la seconda è professoressa di biologia molecolare e di chimica all’università di Berkeley, dove detiene la Li Ka ShingChancellor’s Chair in scienze biomediche e della salute. Nel 2020, per lo sviluppo del loro metodo di editing genomico, hanno ricevuto il Premio Nobel per la Chimica. È interessante notare, tuttavia, come un’altra studiosa della BeamTherapeutics, Nicole Gaudelli, abbia contribuito nel 2017 allo sviluppo di una versione modificata e ancora più sofisticata del sistema ideato dalle due scienziate, denominata TadA-dCas9.

Come si svilupperanno le biotecnologie nel periodo post pandemico?

La pandemia sta cambiando le abitudini di vita di tutti, in ogni parte del mondo. Volendo trovare qualcosa di positivo in questa emergenza sanitaria e sociale su scala globale, possiamo guardare proprio alla scienza e al progresso scientifico. Noi non siamo in grado di rispondere a questa domanda, quello che possiamo dire è che siamo ottimisti, anche in considerazione del deciso cambio di passo che la comunità scientifica ha mostrato di saper compiere nel condividere il sapere e i dati fra laboratori di tutto il mondo, al fine di contrastare al massimo delle possibilità l’avanzamento della diffusione della COVID-19. Basti pensare che circa il 90% dei lavori scientifici relativi al Sars-CoV-2 sono stati resi liberamente accessibili a tutti, a differenza di quanto si può osservare per quelli riguardanti le precedenti epidemie virali e per gli studi sulle principali malattie non trasmissibili, per i quali l’accesso aperto ad essi non raggiunge nemmeno il 60%.

A chi dedicate il libro?

Nell’ultima pagina di Elbrus ringraziamo tutti coloro che in qualche modo, diretto o indiretto, consapevole o inconsapevole, ci hanno permesso di arrivare fino in fondo. Ma Elbrus lo dedichiamo anche, e soprattutto, agli appassionati di fantascienza e a tutti i lettori interessati a un racconto che si svolge nel mondo in cui viviamo e nel quale possono incontrare alcuni dei grandi temi etici del nostro tempo.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

1 COMMENTO

  1. Desideriamo ringraziare Miky Di Corato per l’intervista e Odysseo per lo spazio dedicato al nostro romanzo. Per chi desiderasse discutere con noi di Elbrus, può farlo direttamente qui oppure sui nostri profili Goodreads, Medium e Fb.

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