Li amò entrambi d’un amore passionale e istintivo, senza ritrosie e alcun pudore.
Gregoriano lo conobbe quando, ancora adolescente, aveva imparato che modulare la voce nei toni dell’amore, dai sussurri alle suppliche, valeva di più d’una calza smagliata sulle cosce tornite, d’un rossetto cremisi, d’una camicetta attillata sul seno turgido e libero.
Alto, austero, segaligno, di carnagione chiara, all’apparenza monotono, la seduceva per l’innata dolcezza e la serena malinconia che esternava nei sentimenti. Negli amplessi lo assecondava, compiaciuta e appagata, secondo il climax e i modi suggeriti dal monaco aretino suo confessore: il primo grave, il secondo triste, il terzo mistico, il quarto armonioso, il quinto allegro, il sesto devoto, il settimo angelico, l’ottavo perfetto.
Lo frequentava tutti i sabati all’imbrunire e soltanto i sabati si concedeva nel tripudio dei crepuscoli corallini, del graduale triplex e dei neumi plurisonici. Punctum et virga.
Susumaniello fu l’amore della maturità. Quando ne sentì per la prima volte il nome, accennò un sorriso benevolo e compassionevole ma fu conquistata subito dal suo corpo tonico e dalla pelle corvina. Era ilare, di spirito, rubicondo, estroverso, tollerante e accidioso, sensibile fino alla lacrima. La pervadeva l’estasi quando inanellava le mani nei boccoli d’inchiostro blu dei suoi capelli e con le labbra si insinuava a disserrarne la compattezza. Da quando gli aveva portato in dote tre tomoli di terra color nocciola, lui la lasciava fare incoraggiandola e seguendola nelle sue naturali cadenze. Sapeva che il piacere sarebbe sgorgato irrefrenabile nel fluire florido d’un sapido flutto rosa che odorava di ribes rosso e lamponi e sapeva di fresca melagrana. Una dolcezza sensuale appena intaccata dall’acidità aguzza del ricordo dei sabati che l’amata passava, e avrebbe continuato a passare, trastullandosi negli octoechos tra salmodie, antifone, introiti e gloria.
Gregoriano, indulgente e remissivo, tollerava la bigamia, immerso sei giorni nella lettura consolatoria di Boezio. Il sabato, finalmente, si cantava a cappella.
Tre Tomoli Rosa
Susumaniello – Puglia IGT Rosato
VIGNAFLORA
di Filomena Saponari
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70013 Castellana Grotte (BA)
tel. 080.4967715
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La scheda del produttore
Denominazione di vendita
Puglia IGT Rosato
Vitigno
Susumaniello 100%
Annate prodotte
2012 (test), 2013, 2014
N. bottiglie prodotte
3808
Gradazione alcolica
12,50 vol
Dati analitici
ph 3,18 – acidità totale 6,6 g/l
Zona di produzione
Agro di Noci, provincia di Bari, Murgia Barese Sud-Orientale
Toponimo
Contrada Barsenti
Altitudine
430 m. slm
Estensione vigneto
2 Ha
Esposizione
Pianeggiante
Suolo
Limoso argilloso, tendenzialmente subacido; aree con presenza di scheletro
Sistema di allevamento
Alberello su spalliera bassa
Potatura
A due gemme per branca
Portainnesto
1103P e SO4
Piante per ettaro
4500
Anno di impianto
2011
Coltivazione
Biologica, in regime di conversione per la certificazione ICEA. Trattamenti a base di rame e zolfo limitati al minimo. Nessuna irrigazione, nessuna concimazione ad oggi. Aratura, lavorazione manuale a sfalcio per il controllo delle infestanti.
Vendemmia
Fine settembre; raccolta a mano da parenti e amici, in cassette di plastica.
Operazioni di cantina
Diraspatura, pigiatura soffice, macerazione a contatto con le bucce per circa 8 ore; fermentazione a temperatura controllata per 15 giorni; fermentazione malolattica non svolta; chiarificazione, filtrazione prima dell’imbottogliamento
Affinamento
In acciaio; in bottiglia per 30 giorni
Consigli per il servizio
Temperatura 10° C; calice medio, a tulipano
“Tre Tomoli Rosa” 2013, Puglia IGT Rosato
I Classificato, Medaglia d’Oro, Categoria Vini IGT al III Concorso Enologico Nazionale “Vini Rosati d’Italia”.
I Classificato Giuria Popolare sezione “Vino a cena” al II Premio “Vino è … Musica”.