Tornano i Depeche Mode, sei anni dopo Spirit, ad un anno dalla scomparsa dolorosa di Andrew Fletcher.
Hanno caratterizzato la vita di tre generazioni di fan, sopravvissuto all’abbandono di membri del gruppo, come Vince Clark e soprattutto Alan Wilder, e alle crisi fisiche e psicologiche dei loro membri, hanno segnato il synth pop britannico, partendo dal mare magnum della New Wave, diventando così grandi da essere definiti i Beatles dell’elettropop. I Depeche Mode resistono al tempo, o forse, è il tempo che si è rassegnato alla loro continua originalità e alla forza che li unisce, nonostante tutto, perché a veder bene, Dave e Martin iniziano a mostrare i segni del tempo sui loro volti, ma invecchiano bene e si ripresentano sempre sul pezzo, ricucendo quelle cicatrici dolorose che spesso sono diventate per loro fonte di ispirazione. Proprio un anno fa, infatti, i fan restarono sgomenti e profondamente rattristati dalla morte di Andrew Fletcher, l’anima silenziosa e gentile del gruppo, che spesso aveva agito da collante tra le forti personalità di Gahan e Gore. Una morte che avrebbe di fatto potuto sancire la fine della loro quarantennale carriera, caratterizzata da album iconici come Black Celebration e Violator e da hits memorabili, ma che, in nome di un’unità cresciuta negli anni, non ha condizionato il futuro del gruppo.
Li abbiamo rivisti a Sanremo con il singolo del nuovo Ghosts again, in anteprima mondiale, che anticipa l’uscita dell’album Memento Mori e le date dei prossimi concerti che li vedranno di nuovo in Italia il 12 luglio all’Olimpico di Roma, il 14 luglio a Milano allo Stadio San Siro e il 16 luglio al Dall’Ara di Bologna, tre date che sicuramente faranno registrare il sold out.
Ghost Again vuole essere il ricordo che i Mode hanno voluto tributare a Fletch per la sua prematura e improvvisa scomparsa. È una canzone che parla della vita dopo la morte, come d’altra parte suggerisce il titolo dell’album in uscita Memento Mori, e lo fa con il sound che ha reso famoso il gruppo di Basildon e che ha trovato gli stessi membri soddisfatti per il lavoro compiuto. Come già riportato da diversi siti, Dave Gahan ha detto che questa canzone cattura già dal primo ascolto, mentre Martin Gore ha espresso così la sua soddisfazione:”Non capita spesso che ci ritroviamo a registrare un brano che poi non mi viene a noia quando lo ascolto. Sono felice all’idea di poterlo condividere con tutti”.
Il videoclip girato dal genio di Anton Corbijn, che ha legato ai Depeche Mode il suo nome, in un connubio artistico che ha prodotto covers per gli album e tanti altri video rimasti iconici come Enjoy the Silence, richiama alla dimensione ultraterrena e alla morte nella partita a scacchi con cui si apre il video, secondo alcuni citazione del Settimo Sigillo di Bergman, e nello sgattaiolare di Dave in un cimitero, con Martin che suona la chitarra appoggiato ad una lapide e con delle corone di fiori a fare da sfondo, le stesse riprodotte sulla copertina del disco.
Non resta ora che aspettare l’uscita del nuovo album che presenta queste dodici tracce:
- My Cosmos Is Mine
- Wagging Tongue
- Ghosts Again
- Don’t Say You Love Me
- My Favourite Stranger
- Soul With Me
- Caroline’s Monkey
- Before We Drown
- People Are Good
- Always You
- Never Let Me Go
- Speak To Me