L’incontro casuale col mio amico “SpaventapasserE”…

Mi rendo sempre più conto che l’inconscio lavori indipendentemente dalla ragione. Compito del cervello è gestire la realtà per step, nascondere il dramma per somministrarlo, a poco a poco, nel tempo. La tragedia in questione si è consumata qualche mese fa, davanti ad un noto locale della sempre affollata piazza della mia Città.

I fatti: Incontro, casualmente, quattro amici che non vedevo da tempo. Mi preme salutarli anche se devo raggiungere una ragazza per una Fanta. Uno dei quattro, sbirciando all’interno del pub, si congratula con me per la bellissima compagnia e aggiunge: “Me la farei una così!”.

Ora, è vero, non sono certo l’ultimo bigotto e, anche se a qualcuno suonerà strano, anche i disabili hanno una propria sessualità, ma la violenza con cui il mio amico fantasticava su questa ragazza mi ha messo, sinceramente, i brividi. Pur non conoscendola, la additava come una sgualdrina, probabilmente perché la sua virilità, ultimamente, ha subìto paturnie di piaghe da decubito cerebrale.

Ho sempre invidiato la faccia tosta di molte persone, diciamoci la verità, essere sfrontati con le donne aiuta. Purtroppo, però, quella sera mi sono sentito nel magico mondo di Oz, tutti protagonisti di questa meravigliosa favola. Il mio unico dubbio è stato solo a chi assegnare i diversi ruoli. Chi di noi rappresentava al meglio la Strega del Nord? Chi l’Uomo di Latta? (solo un uomo senza cuore può rivolgersi così ad una donna) Chi il Leone? (solo un uomo senza coraggio può parlare in questi termini alle spalle di una donna).

Avevo, però, un’unica certezza: il mio interlocutore, privo di cervello, doveva, per forza di cose, interpretare la parte dello Spaventapasseri che, per l’occasione, ho ribattezzato “SpaventapasserE”.