I bambini, pieni di entusiasmo, energia, spontaneità, autenticità, curiosità, immaginazione, amore per la vita. Per loro ogni persona, pietra, albero, animale, è una scoperta, un’invenzione… un dio
Oggi è proprio una giornata nera. Come la pece. Una di quelle che ti fanno stramazzare al suolo e non sai proprio se ce la farai a rialzarti. Non te ne va bene neanche una. Sembra che ti sia alzato proprio con il piede sinistro. Sembra che qualcuno ti abbia fatto il malocchio.
Telefoni ad un amico che da un paio di settimane è a letto con una brutta bronchite. Quasi dopo il “pronto”, flebilmente sussurra “Mimmo, mi dispiace, non ce la faccio. Sto male. Per faaavore, per faaaaavore telefona più tardi.” Scuoti la testa. Pensieri cupi si addensano, il cuore fibrilla.
Più tardi, ti avvii verso Casamassima per intervistare Vitoronzo Pastore, uno storico. All’altezza di Andria ti ferma una pattuglia della polizia stradale. Da oltre dieci anni, …mai una paletta che si alzasse per te. “Patente, libretto di circolazione, assicurazione”, chiede l’agente che ti ha ingiunto di fermarti. Esibisci la patente, il libretto di circolazione, cerchi disperatamente la certificazione dell’assicurazione. Niente da fare. Verbale e… 46 euro da pagare.
Raggiungi il “Paese azzurro”, ma non è possibile fare l’intervista. Lo scrittore è molto preso dagli ultimi dettagli della mostra. Dovete rimandare l’impegno concordato ad un’altra occasione. Tra andata e ritorno centosessanta chilometri. A vuoto. Pazienza!
Riprendi la via del ritorno. C’è molto traffico. All’improvviso la macchina che ti precede rallenta, e tu non riesci ad evitare l’impatto. Un tonfo. Declini le generalità. Scatti di foto. Mogio mogio te ne torni a casa con la vettura che ha bisogno dell’intervento del carrozziere. Sei letteralmente ai piedi di Cristo. Tutto ti va storto oggi. Sbuffi. Come la ciminiera di una locomotiva a vapore.
Ti infili nel letto, ma non riesci proprio ad addormentarti. Appare Mina Lopez, ieri ti ha regalato il libro “Da grande voglio diventare piccolino”, scritto a quattro mani con quel vulcano d’uomo che è Pino Africano, cofondatore dell’associazione Lasalutemelamangio.
Lo prendi in mano. Distrattamente. La copertina ha il colore del cielo, del sole e dell’erba. Un sorridente bambino, Vito, vestito da clown guarda verso l’orizzonte, mentre un cane con degli occhiali, al suo fianco, ammicca scherzosamente.
Ti viene in mente il giorno in cui, raggiungesti il Gargano per un convegno sull’alimentazione. Sorridi, pensando alle carezze di Pino in macchina alle gambe Vito, affetto da autismo. Il delicato, l’amorevole gesto faceva sorridere il ragazzone che ti supera in altezza di oltre un palmo. Una boccata di ossigeno per te.
Si affaccia, poi, la scanzonata Mina al balcone della tua mente. L’ultima volta che vi incontraste dal panificatore Enzo Paolillo, alla presenza del meraviglioso Pino, abbracciandovi, ti disse: “Mimmo, quando ci sposiamo?” Altra aria ossigenata entra nei tuoi polmoni.
Apri il libro e cominci a leggere. Il titolo “Da grande voglio diventare piccolino” già ti incanta. I bambini, pieni di entusiasmo, energia, spontaneità, autenticità, curiosità, immaginazione, amore per la vita. Per loro ogni persona, pietra, albero, animale, è una scoperta, un’invenzione… un dio. Ti addentri nella lettura. Proprio come farebbe un bambino. Un racconto dopo l’altro. Ed il bambino, che da una vita culli dentro di te, a dire “Ancora …ancora …ancora.”
Sei già all’indice, 229 racconti, uno più ammaliante dell’altro, energizzanti pillole di entusiasmo, saggezza ed ottimismo. Guardi l’orologio, sono le sette. La luce del sole filtra attraverso le tapparelle. Ti auguri che l’amico sia guarito. Dimentichi l’intervista. Alle ortiche la multa! Non pensi più alla denuncia da fare all’assicurazione per il sinistro. Chi se ne frega della parcella da pagare al carrozziere! La vita è così breve e…vuoi essere felice.
Prima di addormentarti, come una carrellata sfilano i racconti, le fiabe e le storie che ti hanno rigenerato. “Sei importante per tante, proprio tante, persone a te vicine e…la vita, come a Paganini, non rompe mai tutte le corde.” Grazie, meravigliosi Mina e Pino.