110 bambini, 6 classi coinvolte, 15 insegnanti. Già questi numeri dicono un’impresa: quella andata in scena presso l’Oratorio “Sant’Annibale Maria di Francia”

110 bambini, 6 classi coinvolte, 15 insegnanti. Già questi numeri dicono un’impresa: quella andata in scena presso l’Oratorio “Sant’Annibale Maria di Francia” e intitolata Cuore di spina. Un progetto della Scuola “IC Imbriani-Salvemini” di Andria. Uno spettacolo che ha ripercorso il cammino della Sacra Spina, da Gerusalemme alla cattedrale andriese. Abbiamo chiesto di raccontarcela a una delle responsabili del progetto, la prof.ssa Lonia Lotito.

Prof.ssa Lonia, Sua Ecc.za Mons. Mansi, presente allo spettacolo, ha commentato così: “Le cose belle si conquistano con fatica”. Quanta fatica c’è dietro al Musical Cuore di Spina e quanti mesi di lavoro?

“Cuore di Spina” è una rappresentazione autoriale, l’intero copione infatti è stato scritto da me e dalla mia collega Mariagrazia Quercia. Inizialmente è sembrata un’impresa grandissima, ma soprattutto molto difficile da realizzare, considerando il numero degli alunni coinvolti. Con il passare del tempo però ci siamo accorti che i bambini erano veramente entusiasti di questo lavoro, perciò potrei dire che sono stati proprio loro a darci la forza di andare avanti e portare a termine questo spettacolo con successo. Per quanto riguarda il tempo impiegato si potrebbe parlare di tre mesi.

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Lei stessa, alla fine, sul palco, ha esultato dicendo: “Siamo una bella squadra”. Vuol dirci com’è composta?

È vero, ho parlato di “squadra” perché ogni docente è stato indispensabile per la buona riuscita dello spettacolo. Ma il vero ringraziamento va al nostro capo squadra: la dirigente Rosanna Palmulli, una donna sensibile, attenta e sempre disponibile. Lei è stata la prima ad essere entusiasta del Musical “Cuore di Spina”. Per la realizzazione di questo progetto ogni insegnante ha messo a disposizione le proprie competenze sia professionali che artistiche. All’inizio del progetto c’è stata una suddivisone di compiti che ha portato ogni insegnante ad occuparsi di un aspetto specifico della rappresentazione, dalla recitazione all’aspetto canore, dalle coreografie alla scenografia, dai supporti multimediali ai costumi, alle luci, all’ufficio stampa ed altro ancora. Il lavoro è stato enorme e vorrei ringraziare soprattutto quanti hanno lavorato dietro le quinte. L’elenco sarebbe lunghissimo: le dico solo che nel progetto hanno lavorato attivamente ben 15 insegnanti: Addati, De Francesco, Di Gennaro, Lotito, Manco, Mangiaracina, Palmieri, Paolicelli, Paolillo, Pugliese, Quercia, Sellitri, Silvestri, Tammaccaro, Troia.

I veri protagonisti della serata sono stati però i bambini: quanto vale un loro sorriso?

È impossibile spiegarlo perché secondo me ha un valore immenso. Il bambino quando sorride trasmette un mare di emozioni: felicità, affetto, gratitudine. Il sorriso ha un potere straordinario perché colui che lo riceve può essere solo ricolmato di gioia. Potrei dire che sono stati i continui sorrisi dei bambini stampati sui loro volti a darci la forza di superare le difficoltà che ci sono state durante questi mesi.

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Ci vuole riassumere la trama dello spettacolo?

Per quanto concerne la trama e l’ambientazione temporale, siamo partiti dalla passione, morte e resurrezione di Cristo per fare poi un salto nel presente caratterizzato dall’evento del prodigio della Sacra Spina, dove sei ragazzi con i nomi dei quattro evangelisti più Pietro e Paolo sono stati i protagonisti della scena. Una donna con il volto coperto da un cappuccio li ha accompagnati nella ricostruzione dei vari eventi storici e nel viaggio che la Sacra Spina ha compiuto prima di raggiungere la diocesi di Andria. Sarà proprio lei l’elemento di continuità tra passato e presente e la sua rivelazione finale nei panni della principessa Beatrice D’Angiò sarà il Coup de théâtre che introdurrà il prodigio della Sacra Spina.

In effetti, è ancora viva l’emozione per il rinnovato prodigio della Sacra Spina, verificatosi lo scorso 25 marzo: come l’ha vissuto lei che nel frattempo era impegnata nelle prove di Cuore di Spina?

Ho vissuto l’evento della Sacra Spina con grande fede e speranza. Ogni giorno ho pregato affinché il prodigio avvenisse perché in tal modo la conclusione del musical sarebbe stata confortata dalla veridicità di tale evento. Quando ho scritto il copione non ho atteso il prodigio per poter inserire la conclusione, ma mi sono affidata al Signore, certa che Lui lo avrebbe rinnovato. Non avevo mal riposto la mia fiducia…

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La Scuola “IC Imbriani-Salvemini” sorge in un quartiere periferico della città: quanto conta seminare nel cuore dei bambini in senso di appartenenza ed educarlo con iniziative del genere?

L’identità sociale di ogni uomo si fonda sul senso di appartenenza ad un gruppo. Iniziative del genere portate avanti attraverso metodologie laboratoriali e di cooperazione si prefiggono lo scopo di raggiungere una sana identità sociale e di migliorare il senso di autostima e la fiducia nelle proprie capacità

A proposito di cuore: alla fine i bambini, indossando ciascuno un cuore di cartapesta, hanno abbracciato l’intera platea in un cerchio enorme, cantando “La Voglia di Amare” tratta dal musical I dieci comandamenti. SaintExupéry scriveva che non si vede bene che col cuore…

La bellezza non si misura con ciò che possiamo apprezzare semplicemente guardando con gli occhi, la vera bellezza si può scoprire solo aprendo le porte del cuore. Questo è ciò che hanno comunicato i nostri bambini durante lo spettacolo regalando ai presenti tutte le emozioni vissute durante questo percorso di crescita.

IMG_1Una curiosità, perché questo titolo: “Cuore di Spina”?

Perché abbiamo voluto far comprendere che anche la Sacra Spina, pur essendo inanimata, ha un cuore, un cuore che ricomincia a battere, a palpitare, quando, come è noto, avviene la coincidenza di eventi: 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, con il Venerdì Santo, giorno della Passione di Cristo. È come se il suo cuore voglia richiamare alla nostra mente la sofferenza di Cristo, la vita che Lui ha dato per tutti quanti noi.IMG_5

Un’ultima domanda. Lei un’insegnante di religione: cosa si sente di dire a quanti chiedono l’espulsione dalla scuola di professionalità come la sua in nome della laicità dello Stato?

La religione cattolica non è imposizione, è libertà di scelta. La nostra presenza nella scuola è un rivitalizzare le radici cristiane che si tramandano di padre in figlio da due millenni.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...

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