L’uomo che parla con gli Angeli

Strane coincidenze quel mercoledì mattina, tre emme, la mia, poi Maria e Mina, outfit rigorosamente verde, come sarebbe piaciuto vestire anche a Craig Warwick, l’uomo che parla con gli Angeli. A presentarcelo è Lilla Bruno, nell’ufficio di uno degli spazi educativi che amministra con vivace temperamento, coinvolgente simpatia e competente dedizione. Craig è proprio lì, sul divano, dice di avermi già conosciuto da qualche parte, il colore della sua pelle lascia, solo lontanamente, pensare ad un londinese trapiantato a Milazzo, ha la compostezza british dell’italiano del sud, la terra sicula lo ha accolto come lui accoglie noi, abbracciandoci con i suoi racconti, le sue descrizioni, quelle piume che aleggiano sulle nostre teste, proteggendo le nostre vite, quasi in una dimensione onirica dalla quale non intendiamo rinsavire.

Strana energia quel mercoledì mattina, come se tutti, in quella stanza, fossimo interconnessi, carichi a molla, desiderosi di chiedere, di sapere, di capire, ignari che, forse, da capire c’era ben poco, c’era solo da affidarsi come chiunque altro, come l’FBI, con cui Craig collabora, come i genitori di Angela Celentano, o quelli di Denise Pipitone, come Lady Diana, o come un ragazzo che dal letto di un ospedale intravede e fotografa il volto di un bambino, forse uno spirito guida, che fa capolino dalle pieghe di una tenda.

“Da piccolo mi chiudevano in uno sgabuzzino” – ci confida Craig – “La mia famiglia voleva che chiedessi perdono a Gesù per questa mia capacità. Mi buttavano dell’acqua bollente addosso. Quando mi sono trasferito da mia nonna mi sono sentito libero di essere me stesso”.

“Vedo spesso Padre Pio” – prosegue – “È circondato da tantissimi Angeli. Sapete, è come se ognuno scegliesse il proprio Angelo, un defunto, un parente, un caro a cui senti di essere particolarmente legato. L’Amore vince su tutto, soprattutto quello di una madre verso i propri figli. Le entità maligne serpeggiano nella discordia, nella critica gratuita, nelle malelingue dell’invidia. Per quanto mi riguarda, il mio compagno mi ha lasciato quando sono finito in coma. Lì ho capito di dover amare prima me stesso, e ho capito di essere un refolo di vento in continuo movimento, in continua crescita”.

Le lancette corrono veloci, è ora di salutarci, con la promessa di rivederci, Craig si raccomanda col sottoscritto di essere sempre un faro, rassicura Mina su un’esistenza ultraterrena condivisa e paradisiaca e trasmette a Maria brividi positivi. Eravamo tutti insieme, quel mercoledì mattina, pronti a volare, ancora una volta, su magnifiche ali di fede e speranza.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.