
“Cosa resterà…”
(Raf)
Avete dimenticato come si educa, come si fa ad essere un persona per bene ed avete iniziato a mettere paletti vestiti da pecora democratica, che nascondono un’anima da lupo dittatoriale.
La mia generazione era una generazione fisiologicamente tollerante. E non lo sapeva. Vista da qui era bellissima proprio in virtù dell’inconsapevolezza.
Non avete dato un nome alle cose, perché quelle sapevano identificarsi da sole e non avevano bisogno di difese, poiché la loro identità forte e radicata bastava. Avete dovuto inventarvele le cose, di sana pianta.
Adesso avete tirato fuori dal cappello il fluid gender e con lui avete scatenato l’omofobia.
Io vengo da lidi diversi e, con orgoglio, sottolineo che vengo da lidi migliori: la mia generazione aveva ereditato dalla precedente l’ascolto e l’amore per David Bowie e Lou Reed, e non si è mai chiesta quali fossero le loro preferenze sessuali. Non era un problema nemmeno nel più lontano angolo del retrocervello, contenti loro e, nel caso, anche beati loro.
Freddie Mercury, Simon Lebon, Elton John, George Michael.
La mia generazione era anche quella di Axel Rose con i Guns, dei Led Zeppelin, dei Deep Purple, cantavamo Neil Young e ci avevano tramandato gli Eagles e tantissimi testi che oggi sarebbero etichettati come sessisti.
Quando cantavamo e guardavamo Boy George non ci sfiorava nemmeno il pensiero di chiederci se gli piacesse il maschio, la femmina o tutti e due.
Ci godevamo la sua musica. Punto. E quando sentivamo la storia di un ragazzo di periferia che a noi era arrivato come Jimmy Somerville, ci commuovevamo, ancora cantando insieme a lui.
La mia generazione non aveva leggi a costringerla alla solidarietà o alla partecipazione, perché non c’era nulla con cui essere solidali o a cui partecipare. Noi eravamo già insieme per natura. Non incombevano su di noi commissioni minacciose, controllori e guardiani a censurarci immediatamente se ci usciva una battuta.
Eravamo liberi di pensare e quindi liberi di imparare a parlare: sbagliare un’espressione implicava essere corretti anche al tavolo di un pub dai nostri pari; la correzione non imposta evidenziava l’errore. L’errore si ricordava e non tornava.
Eravamo educati e già ci chiamavano “gioventù bruciata”.
Ricordo, per esempio, una bellissima e bravissima Alyson Moyet, assolutamente oversize: nessuno pensava valesse meno di Naomi Campbell.
Che diavolo vi è successo nel frattempo? Perché sembra che nessuno veda quanto tutti questi censori abbiano avuto ed ancora abbiano l’unico effetto di creare esattamente quello che censurano? Perché non avete ancora ben chiaro che dobbiamo imparare a guardare ciò che ci fanno senza giudicarlo, perché noi non siamo ciò che subiamo, ma ciò che facciamo con quel che subiamo?
Perché non volete vedere che le buone cose, se esclusivamente indotte, non insegnano niente? Perché non volete capire che siamo creati in natura e la natura non conosce errore?
Perché non vi chiedete cosa ha fatto il successo all’interno della razza umana?
Non sono state le dittature, non sono state le cure buoniste, non sono state le religioni, non è stata l’intelligenza sociale, né la ricchezza, le preferenze sessuali, la bellezza fisica: è stata solo ed esclusivamente la grinta! Ne avevamo da vendere e non lo so chi o cosa se la sia risucchiata.
Poi, signori, avrò torto, ma voglio avere esattamente quello: torto dentro questo mondo che ha sempre e solo ragione. È per questo che marcisce.