Gli studenti italiani tornano sui banchi di scuola: chi ha già cominciato e chi invece a breve inizierà
Nell’articolo di oggi non partiamo – come è nostro solito – da una citazione, ma da una lettera che troviamo quasi per intero nel corso del testo.
Questo breve scritto medioevale è intitolato “De modo studendi” ed è attribuito a San Tommaso d’Aquino, il quale da consigli circa lo studio a un certo Giovanni, forse studente alle prime armi: non ha un metodo di studio e forse è perso ormai da anni tra i libri senza orientamento.
I diversi consigli, anche se contestualizzati in un ambiente conventuale, restano ancora oggi validi e adattabili a tutti gli studenti che attendono allo studio e alla ricerca della verità.
San Tommaso inizia con una regola generale: “Non voler entrare subito in mare, ma arrivarci attraverso i ruscelli, perché è dalle cose più facili che bisogna pervenire alle più difficili”.
Il primo consiglio è sul metodo da seguire, il quale deve passare dal semplice al complesso. La metafora del mare e dei ruscelli che confluiscono in mare è emblematica perché sottolinea che non si può subito gettarsi nel mare ma fare il proprio percorso che tiene conto degli ostacoli.
Poi continua: “Voglio che tu eviti i discorsi inutili; abbi purezza di coscienza; non trascurare la preghiera; ama il raccoglimento; sii cordiale con tutti; non essere curioso dei fatti altrui; non avere eccessiva familiarità con alcuno, perché essa genera disprezzo e dà occasione di trascurare lo studio; non divagare su tutto”.
Va evitata la banalità, che può degenerare nell’ovvietà: tutto ciò che si incontra per e durante la via (ob-via), si raccoglie senza pensarci. Invece, vanno prese a cuore la purezza di coscienza, il silenzio, la preghiera e l’amicizia: quest’ultima però non deve essere morbosa né tanto meno curiosa perché distoglierebbe dallo studio. Oggi potremmo dire che i cellulari devono essere tenuti lontani dalla scrivania e magari spenti perchè si passi dal silenzio esteriore a quello interiore.
Ma i consigli vanno sempre più oltre lo spazio della scrivania e dell’aula di scuola: “Cerca di imitare gli esempi delle persone rette; non guardare chi è colui che parla, ma tieni a mente tutto ciò che di buono egli dice”. Io ribadisco ad un ipotetico studente: “quando studi non fermarti alle formule e alle teorie ma guarda e cerca di capire e carpire le persone, soprattutto gli insegnanti. Se questi sono persone giuste imitale, mentre se non lo sono comunque portati dentro, nel corso della tua vita, tutto ciò che di buono è stato detto e lascia ciò che rappresenta il contrario. A volte in un insegnante (e non solo) si nota l’inconciliabilità tra il dire e il fare, tra la spiegazione e l’azione, tra le formule spiegate e il comportamento dispiegato.
“Procura di comprendere ciò che leggi ed ascolti; certificati delle cose dubbie e studiati di riporre nello scrigno della memoria tutto ciò che ti sarà possibile; non cercare, infine cose superiori alla tua capacità”. Non è saggio imparare a memoria, ogni sfaccettatura di un concetto deve essere compresa e posizionata come in uno scrigno, luogo delle cose preziose.
San Tommaso conclude la sua lettera così: “Seguendo queste norme, metterai fronde e produrrai utili frutti dove il Signore ti ha destinato a vivere. Mettendo in pratica questi insegnamenti, potrai raggiungere la mèta alla quale tu aspiri”.
Buona scuola a tutti!