…il vero artefice è l’uomo stesso, l’importanza che esso offre a questo suo nemico. In poche parole è come se l’uomo snaturasse sé stesso
Mi domando se nel 2019 si veda ancora il vero valore dell’uomo, quello morale.
Purtroppo, per via di un valore globalizzato della moneta, la vera essenza dell’uomo sta svanendo. Innanzitutto basti pensare al mondo del lavoro dove la retribuzione non rispetta più un do ut des.
Senza andare lontano, nelle conosciute fabbriche nel quale si vocifera dei giovanissimi operai sottopagati, ci sono aziende in cui la creatività della persona è molto svalutata, forse per via dell’aumento affettivo nei confronti della moneta.
Purtroppo la moneta non è più un semplice soggetto per il baratto, ma è diventato molto di più. Oggi come oggi difficilmente si può essere un “figlio dei fiori” anni 70, in cui l’unica, forse, dipendenza era l’ambiente, gli animali e qualche erba. Già dal nostro primo giorno su questo pianeta veniamo in qualche modo valutati come se fossimo carne da macello, scattando così la dipendenza più pericolosa: i soldi. Senza di essi non possiamo andare da nessuna parte, che sia per fini di puro egoismo o per un egoismo benevolo.
Il nostro “savoir faire” è diventato l’aspetto più importante del nostro essere poiché è l’unico aspetto che frutta economia, purtroppo. Nel mondo del calcio, ad esempio, girano milioni, per non dire miliardi, di soldi (in ogni sua valuta) per il semplice fatto saper toccare una palla. Ciò che non viene pagato, se proprio debba esser valutato, è la volontà dell’uomo nel saper fare nella collettività: nella difesa dei più deboli, un gesto caritatevole e così via.
Con il passare del tempo, pensiero successivi ai precedenti, capisco che tanto più monetizza l’uomo, tanto più lo si snatura, lo si svaluta. Per quanto possa sembrare un paradosso questo, ma è la pura verità. Se un filosofo dovesse parlare di questo, avrebbe individuato il problema e poi una soluzione. Penso che trovare una soluzione a questo problema sia un’impresa da Dio. Momento di riflessione: dove sono finite tutte quelle persone che valevano milioni ed ora non sono più in grado di toccare un pallone, di costruire, ecc? Non fanno più parte della natura ormai. Un esempio di monetizzazione ad un livello estremista è ciò a cui tutti vorremmo arrivare: la pensione.
La previdenza per l’anzianità, una tappa obbligatoria a cui aderire, è un esempio pratico di questo fenomeno. Una persona, facente parte di uno Stato, una volta diventato anziano, lo si reputa incapace di svolgere le stesse mansioni che svolgeva fino a ieri. Un oggetto pagato per utilizzarlo per poi buttarlo per un nuovo oggetto a cui attribuirli un valore, delle volte non equo con la sua importanza. Questo, però, non è solo un problema monetario, ma anche sociale, ma è tutt’altro discorso.
Un cantante rap, Michele Salvemini in arte Caparezza, in un suo brano che si intitola Chi se ne frega della musica, esprime con una frase un po’ questo concetto: “Qualsiasi cosa faccia mi viene riconosciuta? No: è la mia faccia che viene riconosciuta!”. Molte volte succede anche all’arte di essere monetizzata. Nel caso di questa citazione, l’artista ha voluto esprimere di come le sue parole non hanno tanta valenza di fronte al mercato, ma è la sua immagine che vende. L’immagine vende, il contenuto passa in secondo piano.
Questo può succedere a tutti, soprattutto alla maggior parte delle persone famose: non è ciò che fanno di utile alla società che viene valorizzato, ma è la loro immagine.
Ovviamente non è la moneta in sé per sé ad essere l’artefice di tutto questo per il semplice fatto di essere un oggetto inanimato. Il vero artefice è l’uomo stesso, l’importanza che esso offre a questo suo nemico. In poche parole è come se l’uomo snaturasse sé stesso. Gli esempi citati non sono altro che vittime di quello che si può chiamare “autolesionismo inconsapevole”. L’uomo a sua insaputa si attribuisce tutto quel valore che poi, pian piano, lo porterà a sradicarsi da ciò che è veramente importante: l’affetto umano. Stranamente, non tanto dai tempi del baratto semplice ma quanto al baratto attuale, è come se avessimo costruito la causa dei molti problemi che oggi ci appartengono. L’uomo è diventato la nuova arte dell’800 decadente.
Alla luce di tutto questo mi domando: l’uomo, esiste ancora?