Troppe volte abbiamo sentito questa affermazione dal politico di turno, pronto a tagliare fondi pubblici, o dall’intellettuale, che fa pendant con tutti i divani dei salotti “buoni” o presunti tali, contrario ad ogni assistenzialismo. Decisamente troppe.

Qualche giorno fa mi sono capitate due pagine, a distanza di poche ore l’una dall’altra, entrambe dello stesso gruppo politico di riferimento. Nella prima, uno dei candidati alla presidenza della Regione Puglia, annunciava di voler fare della cultura una vera e propria impresa; nella seconda, un gruppo di giovani che sostiene quel candidato chiedeva un taglio netto ai fondi pubblici distribuiti alle associazioni culturali.

Prima delle domande, che saranno sorte spontanee anche a voi lettori, vorrei parteciparvi un dato, ahimè, non italiano: secondo uno studio di Ernest&Young, commissionato dalla Saicem (l’equivalente della nostra Siae), la cultura in Francia, con un fatturato di 74,1 miliardi di Euro, vale il 4% del PIL, precedendo settori come le telecomunicazioni, la chimica e il mercato dell’auto, seconda solo alla grande distribuzione alimentare. Dal punto di vista occupazionale, crea 7,1 milioni di posti di lavoro, equivalente al 5% della popolazione attiva (dato di novembre 2013).

Sconcertante, per noi che viviamo in un Paese con circa l’80% del patrimonio artistico mondiale.

A questo punto, concediamoci qualche domanda: non sarebbe opportuno accorpare il sempre più bistrattato Ministero della Cultura a quello dello Sviluppo Economico/Economia?

Comprensibile che, per una riforma ministeriale di questa portata, ci vorrebbero chissà quanto tempo e chissà quale Governo. Ma, tornando a bomba all’apertura di questo articolo, a livello locale, non sarebbe meglio sostenere le Associazioni, indipendentemente dalla loro natura statutaria, aiutandole nella fruizione della cultura, a tutti i livelli? Queste persone, sarebbero disposte a sostituirsi all’erogazione di pochi e tardivi fondi pubblici (semplici rimborsi spese nella maggior parte dei casi, quelli onesti), con azioni di partecipazione attiva e volontariato?

Alle campagne elettorali l’ardua sentenza.

Giuseppe Suriano


[ In copertina: “Nascita di Venere” di Sandro Botticelli ]