«Mai interrompere qualcuno che sta facendo ciò che han detto che non poteva essere fatto»
(Amelia Earhart)
Caro lettore, adorata lettrice,
non so se ti sia nota la vicenda biografica di Amelia Earhart e il suo profilo da avventuriera dei cieli. Ti basti per il momento sapere che, in tempi in cui la parità di genere non era avvistabile neppure con il più potente dei telescopi – non che oggi le cose siano cambiate di molto, eppure sono cambiate… – lei conquistava l’azzurro e le prime pagine dei giornali con le sue imprese da aviatrice. Nel 2009, le hanno pure dedicato un bel film. Te lo consiglio.
Oggi che il confronto su un tema come il patriarcato è tornato tragicamente di moda, io te la propongo non come modello esemplare di femminismo, ma come esempio incarnato di chi non attende che gli si dica che qualcosa possa essere fatta né che i tempi siano maturi per farla. La fa e basta.
La fa perché ci crede. La fa perché non può farne a meno. La fa perché – come disse il mio saggio e amato suocero più che novantenne sul suo letto di morte – «…nella vita ci vuole passione».
E mentre per il Censis siamo sempre più vecchi, annoiati e sonnambuli, mentre il mondo non fa che dilaniarsi, mentre chi vende armi ritiene giusto mettere il veto su qualsivoglia tregua umanitaria, ecco che ci sono quelli che le cose, quelle belle, le fanno e basta.
Anche nel loro piccolo, anche senza clamore, ma sempre in modo luminoso, sol che si volesse mantenere gli occhi aperti il tempo sufficiente per essere raggiunti dalla luce delle loro azioni.
Ad Andria, dove vivo e scrivo, Vincenza Angrisano è stata vittima di femminicidio. La città ne è rimasta profondamente segnata. Oltre alle iniziative ufficiali, volute dall’Amministrazione Comunale e dalla Diocesi, ci sono state quelle spontanee: in tutte le scuole, per esempio, ed anche in piazza.
In piazza si sono tenute due flashmob, il primo aperto a tutti – e vi hanno aderito in migliaia – il secondo pensato da uomini e per soli uomini – ma di fatto vi hanno partecipato anche le donne. Uomini che hanno scelto di bendarsi la bocca e legarsi i polsi per dire, simbolicamente, mai più violenza.
Solo che le telecamere delle emittenti nazionali non sono venute, non si sono scomodate, non ne hanno dato notizia.
Poi c’è stato un programma spazzatura – mi prendo la responsabilità di ciò che scrivo – che ha pensato bene di mandare in città la sua inviata arrampicatrice social(e). Mission impossible: tra le migliaia di giovani e adulti che avrebbe potuto intervistare e tra le decine che di fatto ha intervistato, selezionare, montare e mandare in onda sette-otto testimonianze tra le più becere e grette possibili, avendo cura di privilegiare chi sa parlare solo dialetto e si vanta di rappresentare una cultura che non definisco troglodita per non offendere i trogloditi.
Ed il gioco, il solito gioco sporco, è bell’e fatto: andriesi rozzi, maschilisti, violenti e …conniventi dei femminicidi. Poco importa che, su centomila abitanti, la stragrande maggioranza non condivida nulla di quanto è stato messo in onda. A poco serve obiettare che non c’è, purtroppo, città d’Italia in cui non sarebbe possibile montare un (dis)servizio simile. Ora bisognava fare audience. Ora lo si poteva fare raschiando il marcio. Ora lo si è fatto. Punto.
In molti, a caldo, mi hanno chiesto di scrivere, di prendere posizione. Ho risposto che ci avrei pensato. Poi mi sono ricordato di quanto ho avuto modo di augurare, un giorno, ad una coppia di sposini. Sono parole che mi piace ora rivolgere non solo agli andriesi che si sono sentiti offesi: mi piace rivolgerle anche a tutti coloro che don Gigi Verdi chiama collezionisti di pietre scartate.
Per il resto, mi piacerebbe accogliere le parole di Sant’Ambrogio, che è poi un altro modo per ispirarsi all’esempio di Amelia Earhart.
Ai “miei” sposini scrivevo: «Quando vi sentire sconfitti e incompresi, potrete amare di più; quando l’altro o l’altra vi deluderà, potrete amare di più; quando vi sarà difficile perdonare voi stessi e i vostri stessi errori, potrete amare di più; quando vi sembrerà che non ci sia più niente da fare, allora, proprio allora… potrete amare di più».
E Don Gigi Verdi: «I profeti non sono equilibrati. Non concedono nulla al buon senso e alla prudenza. Il profeta è un uomo libero, un collezionista di pietre scartate con cui traccia la strada nuova».
Sant’Ambrogio: «Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi».
Tutto deve andare male, il popolo impaurito, smette di pensare, così impaurito si ritira.
Le conseguenze del martellamento di atti brutali raccontati nei minimi particolari, oltre a far perdere indignazione e sdegno, può indurre certe personalità a riprodurre gli stessi.
Sono amaramente d’accordo.