Riflessioni “trasgressive” a margine dell’assemblea nazionale di Pax Christi, svoltasi ad Assisi il 23 e 24 aprile.

Riflessioni “trasgressive” a margine dell’assemblea nazionale di Pax Christi, svoltasi ad Assisi il 23 e 24 aprile.

Cittadini ecologici o cittadini trasgressivi? Trasgressivo, se non eversivo, è il cap. VI della LAUDATO SI’ dedicato all’educazione e spiritualità ecologica. Papa Francesco, dopo aver premesso che oggi “manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti” e dopo aver constatato che “le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue” in quanto “il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti”, afferma, ispirato dallo spirito profetico proprio del cristianesimo che “non tutto è perduto perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi”.

E lucidamente indica le vie, tutte obbligate per compiere l’inversione di rotta.

Puntare su un altro stile di vita

Educare all’alleanza tra umanità e ambiente

Educazione ambientale

Creare una cittadinanza ecologica

L’adozione di comportamenti alternativi all’imperante modello consumistico, che risulta invasivo, omologante e massificante, implica l’acquisizione, sul piano personale, di uno spirito critico che induca ciascun consumatore a comprare ed utilizzare prodotti essenziali, la cui lavorazione e commercializzazione non solo garantiscano l’equilibrio dell’ecosistema, ma siano anche immuni dallo sfruttamento della manodopera, quindi rispettose dei diritti umani, ed esenti da interventi di sofisticazione ed alterazione della genuinità degli stessi. Se tale modalità operativa si moltiplica, grazie a reti di singoli, famiglie, organizzazioni, associazioni, enti ed agenzie educative, essa potrà costringere le imprese ad operare nel rispetto delle persone e dell’ambiente per non correre il rischio di un drastico crollo dei profitti. Il coordinamento e la cooperazione sinergica tra unità individuali e gruppi, che condividono posizioni di armonica convivenza e di ammirazione per la bellezza del creato, costituiscono l’arma vincente nel contrasto allo scempio ed alle brutture ambientali. Lo sforzo deve essere finalizzato a “recuperare i diversi livelli dell’equilibrio ecologico: quello interiore con se stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio”.

In questa azione di palingenesi un ruolo prioritario spetta a chi si occupa di educazione (scuola, famiglia, mezzi di comunicazione, catechesi): si tratta, infatti, di veicolare, trasmettere e diffondere nei bambini e negli adolescenti un input critico nei confronti dei “miti” della modernità, imperniati “sulla ragione strumentale (individualismo, progresso indefinito, concorrenza, consumismo, mercato senza regole)”; l’entusiasmo, la carica innovativa, la volontà di impegno che connotano i giovani, quando intravedono un progetto a cui tengono particolarmente, contribuiranno efficacemente a correggere e raddrizzare le storture ereditate e, conseguentemente, a realizzare “una cittadinanza ecologica”.

Numerose le piccole azioni quotidiane, alcune delle quali indicate da papa Francesco, che possono produrre il cambiamento dello stile di vita: coprirsi di più invece di accendere il riscaldamento; cucinare quanto basta per evitare sciupio e sprechi; ridurre l’uso di plastica e carta; differenziare con oculatezza i rifiuti e verificarne il percorso fino alle strutture di smaltimento; intensificare le colture biologiche limitando o eliminando l’utilizzo di prodotti chimici, diserbanti e pesticidi; promuovere l’uso di energie alternative, quando e dove è possibile; muoversi possibilmente a piedi; ricorrere ai mezzi pubblici per raggiungere località distanti e utilizzare l’auto privata, condividendola, solo quando è strettamente necessario; spegnere le luci, se non servono; risparmiare sull’acqua, bene comune e prezioso; salvaguardare ed estendere le aree di verde pubblico; considerare l’area urbana, con strade, piazze e viali, un patrimonio di tutti, per la cui manutenzione si è investito e si investe denaro pubblico.

Nella LAUDATO SI’ c’è un esplicito riferimento alla catechesi e nelle diocesi italiane più attente all’educazione ambientale è stata istituita già da tempo la Commissione Diocesana Nuovi Stili di Vita. Anche la nostra Diocesi potrebbe innescare un circolo virtuoso privilegiando annualmente un ambito in cui lavorare sul piano della formazione e della pratica operativa: in primis la creazione di una rete degli stili di vita e, successivamente, i bilanci di giustizia, il commercio equo e solidale, il consumo critico, la finanza etica, l’acqua bene comune, la lotta alle ecomafie, il riuso delle terre sequestrate alle mafie.

È un messaggio ed un invito che si spera venga recepito poiché in molti rimane ancora viva la speranza che in questa città, sciatta e urbanisticamente degradata, la collettività riorienti “la propria rotta”.

 

 

Postilla finale

Queste brevi notazioni sono la risultante del contributo al workshop “CURARE LA TERRA” (ecologia, condivisione dei beni comuni), al quale hanno partecipato alcuni aderenti del Punto Pace di Pax Christi di Andria. Il suddetto Laboratorio e gli altri due, “SERVIRE I POVERI” (giustizia, accoglienza) e “COSTRUIRE LA PACE (disarmo, formazione), si collocano nel contesto dell’Assemblea Nazionale di Pax Christi, svoltasi ad Assisi il 23/24 aprile u.s.

 


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Sono Rosa Del Giudice, già docente di italiano e latino presso il Liceo Scientifico "R. Nuzzi" di Andria dal 1969/70 al 1998/99 e, ancor prima, docente di italiano e storia presso l'ITIS "Sen. Jannuzzi" di Andria. Attualmente sono la rappresentante legale del Centro di Orientamento "don Bosco", che dal 1994 è un'Agenzia Educativa molto presente sul territorio andriese in quanto si occupa di temi pedagogici ad ampio spettro, promuovendo ed organizzando, prioritariamente, attività in due ambiti: l'orientamento scolastico nelle ultime classi delle secondarie di 1° grado, finalizzato a ridurre il fenomeno della dispersione; la formazione dei docenti, che la L.107 su "La Buona Scuola" opportunamente considera come obbligatoria, permanente e strutturale. Non lesino il mio contributo all'interno di Associazioni che si battono per il perseguimento del bene comune ed il riconoscimento dei diritti a quanti vivono nelle periferie esistenziali del mondo.