Dal 21 al 31 luglio, con un’inedita cornice estiva e un programma ancora più ricco

Cose che ti succedono quando hai cinque anni:

Essere troppo piccolo per parlare coi grandi.

Essere troppo grande per fare i dispetti ai piccoli.

Avere almeno tre dita su dieci nel naso.

Non c’è proprio niente di bello nell’avere cinque anni, soprattutto quando sei un festival letterario.

Figuriamoci se sei il Festival della Disperazione.

È per stemperare l’ansia della crescita e scongiurare una volta per tutte la sindrome di Peter Pan che per questa quinta edizione la kermesse propone la sua personalissima festa di compleanno, con un banchetto di undici giorni e una lista di ospiti ancora più lunga.

Il Festival della Disperazione si terrà ad Andria in un’inedita cornice estiva, dal 21 al 31 luglio.

Anche quest’anno, il Circolo dei Lettori di Andria mette in subbuglio la città con l’unica rassegna che riflette sul sentimento più letterario e più attuale che ci sia: la disperazione. L’ironia, adottata come unica possibile strategia di sopravvivenza, è il fil rouge di tutta la programmazione che, insieme al format originale, riconferma l’identità del festival che quest’anno è “cresciuto ancora un po’”.

La quinta edizione si presenta, infatti, con programma ricco: undici giorni, oltre trenta incontri e un giallissimo mosaico di volti che propone riflessioni storiche, letterarie, filosofiche e catastrofiche.

Tra gli appuntamenti imperdibili ci sono la ricerca del senso della vita con Vito Mancuso, l’indagine sul male con Nicola Lagioia, il viaggio tra le fake news di tutti i tempi con Pasquale Porro – per citarne alcuni -. Non poteva mancare grande attenzione alle catastrofi, come quelle ambientali, con Stella Levantesi, Antonello Provenzale, Sara Segantin, Filippo Bonaventura e Matteo Miluzio.

In più tutti gli extra che ampliano la famiglia del Festival grazie alle collaborazioni con 3Place, Turisti in Puglia – Tour operator e Museo Diocesano San Riccardo Andria. Debutto di questa edizione è la sezione “Pastrocchi” dedicata ai giovani monelli e pensata per rispondere allesigenza fondamentale di lavorare con le nuove generazioni, riflettere sul futuro e sulle monellerie creative, nonché sul cambiamento di modelli di identità, sia didattici che culturali. Dulcis in fundo, ci saluteremo dandoci appuntamento a Corigliano d’Otranto, dove si terrà, a partire dal I agosto, La notte bianca ipocondriaca.

Nata in un periodo nefasto con la concorrenza sleale del covid, alla ricerca del momento dell’anno che non sia troppo caldo, troppo freddo, troppo umido… questa quinta edizione è stata un compromesso al ribasso, come racconta il claim, ed è stata resa possibile solo grazie al Programma Straordinario della Regione Puglia e le partnership con Biblioteca Diocesana, Museo Diocesano e Cristal Palace.

Ogni evento una tappa di un cammino che permetterà di percorrere per intero la strada che dal tragico porta al comico. Un viaggio di andata, ma senza ritorno, per ribadire che nella disperazione non ci si resta. Da essa si parte, pur senza essere sicuri di dove si finirà. Sicuri solo che finirà.

La segreteria/biglietteria del Festival aprirà oggi, lunedì 28 giugno, presso il Museo diocesano “San Riccardo” in via Domenico de Anellis, n. 46.

Questi gli orari:

– Dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 20.30

– Sabato e domenica chiusi per solitudine

– Da lunedì 19 luglio si trasferisce in pianta stabile al Seminario Vesccovile, in cerca di pace

Da ieri, 28 giugno, alle ore 16, è aperta anche la biglietteria online sul sito www.festivaldelladisperazione.it


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Chi siamo? Gente assetata di conoscenza. La nostra sete affonda le radici nella propria terra, ma stende il proprio orizzonte oltre le Colonne d’Ercole. Perché Odysseo? Perché siamo stanchi dei luoghi comuni, di chi si piange addosso, di chi dice che tanto non succede mai niente. Come? I nostri “marinai/autori” sono viaggiatori. Navigano in internet ed esplorano il mondo. Sono navigatori d’esperienza ed esperti navigatori. Non ci parlano degli USA, della Cina, dell’Europa che hanno imparato dai libri. Ci parlano dell’Europa, della Cina, degli USA in cui vivono. Ci portano la loro esperienza e la loro professionalità. Sono espressioni d’eccellenza del nostro territorio e lo interconnettono con il mondo. A chi ci rivolgiamo? Ci interessa tutto ciò che è scoperta. Ciò che ci parla dell’uomo e della sua terra. I nostri lettori sono persone curiose, proprio come noi. Pensano positivo e agiscono come pensano. Amano la loro terra, ma non la vivono come una prigione. Amano la loro terra, ma preferiscono quella di Nessuno, che l’Ulisse di Saba insegna a solcare…