È stato qualche anno fa, sicuramente più di dieci. Poco più delle sei ed ero in Ospedale, quasi due ore prima di sempre. Ero teso ed in ansia. Stanza numero 5, volo dentro e guardo la paziente: respira! Ok è viva… Vediamo, scopro il lenzuolo e vedo la medicazione, aveva una macchiolina di sangue, reperto assolutamente normale. Sospiro di sollievo. In un attimo si sveglia la Signora Maria. Mi guarda e mi sorride con tutti i pochi denti che ha. È felice, felice, felice! Parla ciociaro, ma comprensibile e non fa che ripetere che non ha più male, che è guarita. GRAZIE dottore, GRAZIE dottore continua a ripetermi. Ero imbarazzato, mi vergognavo, mi sembrava tutto più grande di me, ma era così vero che ancora mi trema il respiro quando ci penso. In un attimo, da sotto il cuscino tira fuori la mano stretta e porgendomela mi dice: grazie dottore, accettatela, questa è per voi per quello che mi avete fatto. Aveva tenuto, per tutta la notte, stretta nel pugno una banconota da cinquantamila lire. Era il suo grazie perché l’avevo guarita.

La sincera gratitudine di una umile signora di campagna della Ciociaria mi commuoveva e mi emozionava. Non accettai i suoi soldi, ma l’energia che mi ha regalato l’ho catturata nel mio cuore e mi ha allungato la vita. Era stato quello il mio primo intervento da primo operatore, con il Prof lontano, non ricordo se a Firenze o Bologna, ma sicuramente troppo lontano per assistere me, giovane specializzando. Il pomeriggio precedente la Signora Maria in sala ci è andata per amputare un dito, nero ed infetto a causa del suo diabete: gangrena primo dito piede sinistro era la diagnosi.

La notte seguente non avevo chiuso occhio, pensando e ripensando all’intervento. Il buio ed il silenzio avevano rotto i confini della logica e avevano fatto esplorare alla mia mente le strade del timore. Come starà? Starà male? Mio Dio e se sanguina? Avrò fatto errori? E così mille domande, senza risposte fino alle sei.

Si è fatto un pezzo importante della mia formazione quel giorno. E soprattutto ho capito che la gratitudine delle persone non ha prezzo. Ma se proprio ne avesse uno, sarebbe cinquantamila lire.