Il CIN verrà presentato per la prima volta in Italia: giovani curiosi e pieni di idee tra le varie sponde del Mediterraneo.

C’è un tempo per essere locale ed un tempo per essere globale. Per la mia generazione, o almeno parte di essa, le due dimensioni sono strettamente collegate. Un tipo glocale lo riconosci a prima vista: non si veste secondo le mode del gruppo, ma la sua identità che è la somma dei posti in cui è stato, coltiva contatti oltre (frontiera, mare, oceano), ha a cuore le sorti di quel che accade in Medio Oriente o in US perché conosce i suoi abitanti, o ci è stato e ha fatto esperienza diretta della cultura locale.

Desidero presentare così il Cultural Innovation Day, evento di networking dell’associazione Cultural Innovators Network. Il Cultural Innovators Network (CIN) è una rete di attivisti e artisti nata nel giugno 2012 su iniziativa del Goethe Institut, l’ente di cultura germanica presente in tutto il mondo. Erano i tempi della Primavera Araba, e si voleva creare un luogo di scambi e conoscenza reciproca tra giovani impegnati nel mondo artistico, politico e sociale, per realizzare connessioni innovative e progetti interculturali. Si iniziò con dei viaggi formativi: in Egitto per gli europei, in Germania ed Italia per gli arabi. Allora sognavamo la democrazia, ma i sogni sono stati soppiantati dalla realtà fatta di confusione, dittature ancora più feroci e guerre civili.a5-volantino-retro-01

Nonostante ciò, il Cultural Innovators Network ha mantenuto la sua voglia di connettere giovani curiosi e pieni di idee tra le varie sponde del Mediterraneo. Oggi conta più di 30 idee realizzate, e da progetto del Goethe Institut essa è diventata un’associazione europea autonoma con sede a Bruxelles.

Sabato 19 novembre il CIN verrà presentato per la prima volta in Italia a Matera e dialogherà con alcune esperienze innovative del territorio, nella città del meridione attualmente più dinamica dal punto di vista culturale. Si parlerà di rigenerazione urbana, periferie, valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, di migranti, culture e identità in movimento. Il luogo prescelto è Area8, che prende il nome dall’area del cervello preposta alla gestione dell’incertezza, uno spazio multifunzionale che ospita start-up, eventi e alla sera diventa un locale.

Al mattino è previsto un dibattito. Verranno presentati i progetti One Youth e Homesickness and Hope for Syria, e interverranno alcune delle realtà di punta del territorio, come la Fondazione Matera Capitale Europea della Cultura 2019, la Open Design School, Casa Netural, La Rivoluzione delle Seppie, gli Imbianchini di Bellezza di Pisticci. Al pomeriggio ci si dedicherà ai workshops: la pittura digitale collettiva con Interactive Diaries, il laboratorio musicale della Rivoluzione delle Seppie, e infine il dibattito via Skype con Marwa Al-Sabouni, autrice di The Battle for Home.

L’ultima parte è destinata alla visione di due cortometraggi Nediyari (Esilio) e Habel Ghasil (Filo del bucato, pubblicato nel febbraio 2016) a cui seguirà il dibattito in inglese con il regista Dellair Youssef. Rifugiato siriano residente a Berlino, Youssef ha firmato con Habel Ghasil il primo corto collettivo realizzato con i video-clips di altri rifugiati siriani sparsi nel mondo, dove il racconto dell’amore per la propria terra contrasta l’immagine di guerra dei media, e la speranza di un ritorno ad una vita normale accomuna le vite sospese di milioni di persone.

Per chi volesse partecipare all’evento, è possibile registrarsi gratuitamente qui.