Che la terra ti sia lieve, Raffaele.

Che questa vita in terra sia lieve a tutti quelli che ti volevano bene, ai tuoi amici, alle tue sorelle, alla tua bambina, a tua moglie, a quel grembo che cresce con la speranza che tutto abbia un senso, che si tratti di un programma più grande di noi, delle nostre stupide paure, di un’esistenza passata a rincorrerci, senza una vera meta.

Che la terra ti sia lieve, Raffaele.

Che questa soddisfazione che chiamiamo lavoro non ci renda schiavi inconsapevoli di un mercato dell’usato, noi, usurati e gettati come giocattoli costretti a meccanismi di perfezione, quando la vera perfezione è un benessere mai scontato, utopistica visione di insieme, di salite e discese, di velocità non raggiunte, di anelati rallentamenti.

Che la terra ti sia lieve, Raffaele.

E con essa, siano lievi le lacrime che solcheranno le nostre gote, i nostri eloquenti silenzi, urla d’Amore di un futuro spezzato, di un presente che ora appartiene al Cielo, agli Angeli, alle nuvole che fanno capolino sui nostri ricordi, retaggi di una pioggia catartica, per purificare la strada che, comunque vada, ci porterà a Dio!