Guglielmo Minervini. La vita. Il pensiero. E viceversa

Conoscevo Guglielmo e conosco Andrea: naturale che lo intervistassi non appena il suo libro è uscito, ancor prima che lo avessi tra le mani, ancor prima che lo potessi divorare.

Poi però Che la sera ci colga lottando. Guglielmo Minervini. La vita. Il pensiero. E viceversa, (Mesogea, Messina 2022)mi è arrivato e mi ci sono tuffato dentro.

L’ho letto, l’ho meditato, mi ha indotto a piangere e riflettere, l’ho attraversato. Nel ricordo di ciò che è stato e con una speranza rivolta al futuro.

Chi lo leggerà, esercizio fortemente consigliato, non vi troverà solo la storia di Guglielmo. Vi troverà gli uomini e le donne di una stagione eccezionale che la penna di Andrea declina con cristallina trasparenza. Don Tonino Bello, Maria Turtur, Francesco de Palo, tutti i protagonisti e le protagoniste di Casa della pace, La Meridiana, Mosaico di pace, Pax Christi, Bollenti spiriti, Open…

E con loro, anche grazie a loro, una miriade di nomi che hanno segnato la storia di una stagione straordinaria, per la Puglia, per l’Italia, per l’Europa.

Che la sera ci colga lottando, infatti, non è solo una biografia di un uomo, sia pur eccezionale quale fu Guglielmo Minervini. In realtà, è l’affresco della primavera pugliese, una temperie socioculturale e politica che ha visto la Puglia ergersi, in autonomia, a protagonista di un fermento nuovo, rivoluzionario.

In tale affresco, si staglia, questo sì, la figura di Guglielmo, lottatore pacifico e infaticabile, ostinato inseguitore di utopie diurne, l’uomo della rivoluzione gentile e delle passioni eleganti. Un costruttore di comunità di popolo.

Un uomo “laboratorio”: perché la storia, la vita, il pensiero, le azioni di Guglielmo, la filigrana di intrecci e relazioni umane che egli ha saputo incessantemente tessere stanno lì a testimoniare che è possibile passare dal pensiero all’azione. E viceversa. Ma mai da soli.

Ecco perché autocommiserazione e nostalgia sono ben lontane da queste pagine. Nessun invito a ricordare fine a se stesso. Nessun intento celebrativo post mortem. Piuttosto, la mite proposta di una sfida, il tornare a ribadire l’attualità di un metodo, quello della politica generativa, che ci manca terribilmente. E che inscrive Guglielmo Minervini tra gli autori e gli sperimentatori più credibili del pensiero meridiano.

Una nota per Andrea. I lettori di Odysseo già conoscono il suo cuore critico, la sua capacità di centellinare le sillabe, la sua penna educata. Nondimeno, non oso immaginare il lavoro di scavo, di ricerca, di letture, di analisi e, infine, di sintesi che lo hanno impegnato per anni prima di donarci questo libro. La biografia di Guglielmo Minervini è così ricca e complessa che meriterebbe di essere ripercorsa in centinaia e centinaia di pagine, ma un lavoro del genere probabilmente lo avrebbero letto in pochi. Il grande merito di Andrea, tra tutti gli altri, è dunque quello di aver durato la fatica di restituire il frutto del suo immane sforzo in poco più di 150 pagine: dense, ricchissime, più che documentate, eppure immediatamente fruibili anche per il lettore disavvezzo.

Un libro, dunque, che fa bene all’anima, comunque la si voglia intendere, e alla mente. Un libro per chi è ancora in grado di sognare con la ragione.

Grazie, Andrea. Grazie, Guglielmo.

«Se si può fare, si deve fare». «Riannodiamo i fazzoletti». E che la sera ci colga lottando.

 

Andrea Colasuonno, Che la sera ci colga lottando. Guglielmo Minervini. La vita. Il pensiero. E viceversa, prefazione di Alex Zanotelli, Mesogea, Messina 2022, pp.158, €15,00.

Il programma delle prossime presentazioni:

Mercoledì 24 agosto, ore 21, Officina San Domenico – Andria.

Giovedì 25 agosto, ore 19:00, Scalinata San Benedetto – Conversano.

Venerdì 26 agosto, ore 20:00, Porto Turistico – Manfredonia.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...