L’arrivo di un bebè in famiglia è fonte di immensa gioia per genitori e parenti, ma allo stesso tempo di grandi preoccupazioni, soprattutto circa la salute del piccolo.
Il rischio genetico, in particolare, è spesso addirittura sopravvalutato, percepito come una specie di condanna, nonostante le precisazioni dei medici genetisti e dei ginecologi: anche a fronte dell’individuazione di un’anomalia a base genetica, solo alla nascita è possibile valutare con precisione l’eventuale patologia e il modo in cui essa si manifesta.
Nel tentativo di scongiurare il più possibile una patologia di questo tipo, o perlomeno, prepararsi ad essa, si eseguono innumerevoli test clinici, ma la paura sembra comunque insormontabile.
E’ in questo scenario che operano alcune aziende private, che offrono un servizio alquanto particolare, spesso sconosciuto ai genitori e presentato come una sorta di “assicurazione sulla vita” del nascituro: le banche private di sangue cordonale.
La poca informazione riguardo al tema e l’accresciuto interesse per le “magiche” cellule staminali, ottenibili dal cordone ombelicale, spingono spesso i neo-genitori ad optare per questa soluzione, con una spesa per la conservazione di questo prezioso materiale che può raggiungere i 2000-3000 euro a cui va aggiunta una quota annuale di qualche centinaio di euro.
Staminali, queste sconosciute…
Genericamente parlando, le cellule staminali sono cellule ancora indifferenziate, che non hanno un ruolo ancora definito nel nostro organismo (vedetela così: è un po’come se fossero dei bambini appena nati di cui non sappiamo quale mestiere faranno “da grandi”!).
Le cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale, in particolare, possono essere estremamente utili come terapia per patologie come linfomi, leucemie, errori congeniti del metabolismo, talassemie, immunodeficienze gravi e molte altre malattie ematologiche (per malattie degenerative come morbo di Alzheimer e Parkinson non esistono ancora evidenze scientifiche).
Ottenere delle cellule staminali da sangue di cordone ombelicale è una procedura che va eseguita da personale preparato in strutture adeguatamente attrezzate (non tutti i centri ospedalieri purtroppo sono in grado di offrire questo servizio): dietro richiesta e consenso informato della partoriente, la raccolta del sangue cordonale può essere effettuata al momento del parto, dopo che il cordone ombelicale è stato reciso, senza esporre madre e bambino a particolari rischi; o quando le condizioni lo richiedano, direttamente in utero.
La banca del cordone
Ad occuparsi della gestione e della conservazione dell’unità di SCO (Sangue di Cordone Ombelicale) saranno poi delle apposite banche, le banche del cordone, appunto. In Italia vi sono ben 18 banche del cordone, a gestione rigorosamente pubblica, dato che la legge italiana consente come unico utilizzo la donazione a fini solidaristici: i campioni prelevati sono analizzati, se reputati idonei vengono tipizzati (in base alla compatibilità) e inseriti in un database. Nel caso in cui un paziente dovesse aver bisogno di quella unità, le cellule verranno spedite, e nel giro di 24 ore si è generalmente già in grado di eseguire il trapianto.