Ai quei cinquemila fascisti dobbiamo ricordare, spiegare che hanno usufruito di un diritto che loro negherebbero
Roma, otto gennaio 2018.
Casa Pound ha ricordato i camerati caduti il sette gennaio 1978, con una cerimonia istituzionale al mattino e un corteo partecipatissimo nel pomeriggio, riempiendo le strade del quartiere Appio.
La capitale si è svegliata di nero vestita.
Una spaventosa scenografia: file ordinate e braccia tese nel saluto romano hanno invaso la Tuscolana.
Presenti fascisti e simpatizzanti(si può provare simpatia per quel periodo storico in cui furono sospese tutte le libertà individuali e sociali e mandati a morire italiani in nome di una guerra che nessuno sentiva prorpia? Evidentemente si)
Tutto ciò potrebbe sembrare la trama di un film storico apocalittico. E invece l’Italia, immemore dell’art. 48 e della disposizione XII della Costituzione , che ripudia il fascismo e vieta la formazione di organizzazioni politiche che si rifanno a quella ideologia, sfila in un corteo autorizzato dalle istituzioni, che non mancheranno di essere comunque presenti.
Lo sappiamo, l’Italia è un paese dalla memoria breve e nostalgico,persino di regimi e dittature. Conosciamo il nostro paese, i suoi paradossi, ossimori e contradizioni e abbiamo imparato ad amarlo e a volte a riderci sopra.
No. Ci sono cose su cui non si può ridere, che non possono e non devono essere dimenticate.
Non possiamo dimenticare cosa è stato il fascismo e Benito Mussolini per l’Italia. Non possiamo dimenticare chi è morto per ridare la libertà al nostro paese. Non possiamo e non vogliamo ( non dovremmo e non dovremmo volere dimenticare) i campi di sterminio e le leggi razziali.
Dobbiamo ricordare, dobbiamo scriverlo sul cuore cos’è la libertà e i nomi di chi ha lottato e dato la sua vita per farci godere di questo bene non contrattabile. Perché il punto è questo: a chi sostiene che in fondo sotto il regime, perché era un regime in piena regola, di Mussolini si stava anche bene, c’è bisogno di ricordare che quell’ANCHE non basta, perché la dignità umana e la libertà valgono più di un orticello e di treni in orario.
Ai quei cinquemila fascisti dobbiamo ricordare, spiegare che hanno usufruito di un diritto che loro negherebbero.
Ricordare è un dovere morale, civile e umano e se non vogliamo ancora derive totalitarie, è giunto il momento di preparare scolari pronti ad imparare la storia e dalla storia.
Vi è un solo modo per difendere le libere forme democratiche: educazione al dialogo e il coraggio di una militanza civile.
Bisogna saper scegliere. Bisogna saper dire no.
Riprendiamoci il diritto alla ribellione.
Vero, soprattutto l’ipocrisia di godere ora di un diritto “altrimenti” non garantito. Mi chiedo però “come uno sparuto gruppo di pseudo nostalgici destroidi possa davvero minare le convinte e solide basi della nostra libertà democraticamente conquistata !!!” Il pericolo non è la loro forza, ammesso che esista per davvero, ma l’altrui debolezza.
Fa piacere verificare che una giovane donna, Nadia Pistillo, abbia le idee chiare sulla storia di ieri e la società di oggi, mentre tantissime di ogni età si gingillano con smartphone, fb e trasmissioni di intrattenimento, cioè di anestesia totale. Non mi meraiglio perché omen nomen. Dal suo cognome trasuda il profumo del fiore.
Perché tutto Giuseppe comincia con la sottovalutazione. E la nostra non è poi una democrazia così forte
Il Fascismo, per definizione, è un processo politico irripetibile in un’altra geografica ed in un altro periodo storico, mi dite che c’è di fascista nella commemorazione di due persone morte nel 1978?
Poi c’è qualcuno che dice “nostalgici destroidi” quando non era di destra nè il fascismo nè tantomeno le formazioni che gravitavano nell’area missina…