«La bellezza è potere; un sorriso è la sua spada»

(Charles Reade)

Signori, lavorare con il capitale umano è dono e dannazione: il regalo più grande e a caro prezzo che la vita possa riservare; pensateci molto bene prima di decidere di imbarcarvi in una simile impresa. 

Credetemi, pensateci bene e se davvero doveste scegliere di percorrere questa strada, focalizzatevi anche sul modus, perché in ballo c’è la vita e quella vita è la vostra.

E vi sottoporranno ad un numero spropositato di ore di tirocinio, vedrete tantissimi occhi, ascolterete moltissime voci, sopporterete un numero spropositato di pettegolezzi, leggerete lunghi manuali e niente di tutto questo sarà inutile.

Quello che non vi diranno è che un giorno potreste trovarvi nella condizione di decidere nel giro di un secondo virgola uno cosa fare: fingere che non stia succedendo niente o prendere in mano un coltello fatto di verità, maschilismo, immaturità, scherno e vigliaccheria, puntandolo dritto alla gola degli allievi che dovete educare, molto prima che istruire?

E non vi diranno nemmeno che una volta preso quel coltello, non potrete tornare indietro e dovrete affondarlo dritto nella giugulare di quelli che vi hanno portato ad armarvi. E non avrà importanza nulla di quanto vi si parerà davanti: sguardi atterriti, fronti sudate, occhi bassi, sorrisi imbarazzati, espressioni di cera, profondissimi silenzi: voi dovrete affondare la lama, senza pietà, perché per quanto capisco possa apparire folle, ci sono casi in cui solo far perire di spada chi di spada ferisce, può portare ad un microsecondo di evidenza e spiegare cosa sia l’infamia.

Ancora, non ve lo diranno che esistono circostanze per le quali a nulla varranno i vostri sudati titoli, non vi diranno che le ossa saranno rami e si spezzeranno una ad una per solidificarsi ogni volta in una posizione diversa.

No, non ve lo diranno che dentro certe deviazioni sociali sarete pressoché impotenti e non avrete scelte a parte abbandonare quei ragazzi al loro destino o prenderli per la collottola, ferendoli.

E, più di tutto, non vi diranno che a teatro concluso, quando avrete dato il meglio della vostra feroce rabbia e della vostra stridente delusione, quando sarete totalmente svuotati e vi chiuderete nel silenzio, davanti a corpi che saranno lì ad aspettare il vostro esclusivo permesso per muoversi, la vostra autorizzazione per andare, arriveranno altre voci dall’esterno a farvi i complimenti.

Nessuno vi avviserà del fatto che quando dovrete andare via dentro il vostro giubbotto di jeans e dietro i vostri occhiali da sole, guarderete in una stanza e vedrete grandi sorrisi di soddisfazione dettati dal fatto che avete avuto un coraggio da leoni e figuratevi se mai nessuno vi dirà che a testa bassa accetterete di portarvi dietro un’alunna che avrà visto tutto, si farà un selfie con voi e, guidando, vi sentirete dire, davanti allo scatto: “E questo fatto che sorride così? Anche dopo una giornata talmente di merda, lei sorride, sorride sempre!”.

No, non ve lo diranno che alcune persone adulte vi riempiranno di belle parole, di comprensione universale, di disegni divini, di gesti eclatanti, di sorprese epocali, ma in mezzo a loro, nel momento topico e nascosto del vostro successo, quando più vi sentirete fragili e tristi, saranno le parole di una piccola diciottenne piena di guai a prendervi in braccio.

Signori, pensateci bene prima di scegliere di lavorare con il capitale umano: vi diranno che è un lavoro dinamico, ma non ve lo confesseranno mai che, nel contempo, è un compito profondamente meditabondo e che al momento opportuno tutto vi consentirà di fare, tranne che meditare.


FontePhotocredits: L.N.
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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.