Di Renato Cazzaniga

Cantami, o tuffetto

l’arte del dileguarsi.

Ecco, sono scomparso

in un universo multicolore.

Dove guardate?

Son qua!

Vivo in sogni speculari.

Quale realtà prediligo?

Il ricamo,

dei passi di una danza

esibita di slancio.

Mi tuffo

in profondità

rammendando

capovolte identità.


FonteImmagine di copertina: il tuffetto - Copyright Renato Cazzaniga
Articolo precedenteDal sangue in poi
Articolo successivoIl tempo di una storia su di un padre
Cinquantotto passi, quasi cinquantanove puntati in varie direzioni avrebbero certamente già potuto essere sufficienti a disegnare un profilo intellegibile. Confido dunque “nella bontà degli sconosciuti” che incontrerò lungo i prossimi passi e nella accidentalità degli accadimenti della vita per incedere, senza fretta, verso un approdo che porti a intravedere una rotta in queste traiettorie di cui ancora non si indovina una forma. Sì, per fortuna quell’abbozzo oggi è ancora un garbuglio del quale fatico a trovare un senso e intanto continuo a camminare e a giocare con le infinite possibilità che tutte le mie mosse forse un giorno lasceranno intendere.

2 COMMENTI

  1. Grazie per la delicata opera.
    Di’ ancora con la voce del lago che ti appartiene.
    Di’ del tuo universo multicolore.
    Continua a camminare.
    Dicci sempre, Renato.

  2. Grazie Rosa Maria per il bel commento. L’Adda unisce Lecco e Lodi e la poesia unisce le persone del mondo intero.

Comments are closed.