Intervista alla docente Rosa Tortora

Lo scorso martedì 5 dicembre, l’Ottavo Circolo Didattico Statale “A.Rosmini” ha presentato “Il Presepe – Calendario dell’Avvento”, un progetto realizzato dalle classi Quinta E e Quinta F del Plesso Falcone. L’iniziativa, promossa dal dirigente scolastico, Dino Musci, ha visto la collaborazione delle insegnanti Tiziana Carapellese, Angela Rella, Rosa Inchingolo e Rosa Tortora. Proprio quest’ultima, interpellata dal nostro giornale, ha voluto esporci le motivazioni pedagogico-spirituali del programma:

Ciao, Rosa. Da dove nasce l’idea di un Calendario dell’Avvento?
Il compito di realizzare il presepe scolastico è per tradizione, nell’8° Circolo Didattico “Rosmini”, compito delle classi quinte, ossia dei bambini che frequentano il loro ultimo anno di scuola primaria. Appare, dunque, come l’occasione ideale per far in modo che tali bambini possano esprimere la loro creatività e al tempo stesso la  crescita realizzata entro le mura scolastiche. Realizzando un presepe che fosse meno “tradizionale” e che assumesse le sembianze di un vero e proprio Calendario dell’Avvento, si è inteso, poi, riscoprire il valore dell’ATTESA, valore che dovrebbe contraddistinguere il periodo natalizio, ma che nella nostra società e con i nostri bambini ci rendiamo conto che appare solo come un termine fuorimoda.

Da docente, quale correlazione lega studenti delle Elementari al periodo natalizio inteso come momento di introspezione religiosa?
Riprendendo quanto detto prima, ci rendiamo conto nella nostra azione educativa che i bambini di oggi tendono a vivere questo periodo più a livello consumistico, che come momento di riflessione religiosa. Il nostro obiettivo è sempre quello di spingerli a riflettere sul significato più profondo del Natale.

Quanto grande è il rischio, per un genitore e, di conseguenza, per un bambino, di trasformare la sacralità della festa in un tourbillon di consumistico edonismo?
A nostro parere, il rischio è davvero molto elevato. La società per prima tende a favorire una visione di questa festa esclusivamente votata al consumismo e i genitori tendono, a volte, a confondere essi stessi l’amore con il voler assecondare i capricci e le voglie dei propri figli.

Non è difficile, oggi, per una maestra, ritrovarsi in classe di fronte a ragazzini con mamma e papà separati. La Natività, in questo senso, può aiutare i più piccoli a non disperdere il concetto valoriale di “famiglia”?
Sicuramente la Natività può aiutare i bambini a ricoprire ed affermare il concetto valoriale di “famiglia” seppur nella complessità che tale concetto assume oggigiorno. Oggi più che mai la famiglia va difesa dagli attacchi del relativismo valoriale della nostra società e, anche in caso di separazione tra coniugi,  bisognerebbe rendersi conto che madri e padri lo si è per sempre e, dunque, che è nell’interesse dei propri figli cercare di mantenere rapporti dettati dall’amore e dal rispetto reciproci, anche nelle situazioni più conflittuali.

Cosa metteresti sotto l’albero della tua Scuola?
Sotto l’albero della mia Scuola metterei il RISPETTO e la GENTILEZZA.  A volte, calpestare gli altri appare come il modo migliore per innalzare la propria immagine e gonfiare il proprio ego. Sono convinta che se tutti cercassimo di avere un po’ di rispetto in più per il mondo che ci circonda e mettessimo in atto quotidianamente dei piccoli atti di gentilezza, la Scuola, il mondo intero sarebbero migliori.