Recensione di Biagio Lauritano
Caratterizzato da uno stile epico dai tratti naturalistici ed ipersensibili, Caesar di Antonella Prenner, docente di letteratura latina all’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, fin dalle righe iniziali ci rende evidente il tormentato stato d’animo di Servilia, la voce narrante del romanzo.
La partecipazione emotiva di Servilia agli avvenimenti mostra una realtà i cui particolari descritti aprono uno squarcio lirico sulla voce narrante contrassegnata sempre da una trepidante attesa per ciò che deve a cadere; in altre parole Servilia già conosce, attraverso il suo stesso stato d’animo, il volere degli dei prima che esso diventi realtà ed ogni sequenza del romanzo è permeata da questa particolare condizione psicologica.
Servilia ci regala un crescendo di emozioni poiché il suo destino è per sua scelta legato a quello di Gaio Giulio Cesare e ciò rende il lettore partecipe della “dimensione onirico-descrittiva” del romanzo.
In effetti la voce narrante di Servilia, anticipando sempre il corso degli eventi, sembra possedere un “effetto calamita” tale da tenere il lettore incollato al testo per ore nel tentativo di comprendere il significato dell’ascesa di Cesare ovvero quali saranno le conseguenze delle sue gesta sul futuro di Roma, che prezzo avrà la fine della res publica romana sulle generazioni future.