Si intitola “Caccia all’uomo nero” (Pav Edizioni) l’ultimo romanzo di Sabino Napolitano, un thriller ispirato alla vicenda di Elisa Claps, un testamento sulla verità intesa come elemento dirimente.
Perché hai deciso di scrivere “Caccia all’uomo nero”?
La storia è naturalmente tutta di fantasia, anche se è verosimile e l’elemento ispiratore è stato costituito dalla vicenda di Elisa Claps, la studentessa sedicenne di Potenza che sparì nel settembre del 1993, quindi vent’anni fa e il cui cadavere venne ritrovato dopo sedici anni nel sottotetto della chiesa della SS. Trinità di Potenza. Durante tutti quegli anni le indagini furono rallentate da silenzi e depistaggi e poi si arrivò a definire che la ragazza era stata uccisa il giorno stesso della sua scomparsa. Anche nella storia del mio romanzo si racconta come la vita di tante persone possa essere sconvolta da simili situazioni. Nella dedica del libro ho scritto “Alla memoria di Elisa Claps e di tutte le vittime cui è negata la verità”.
Sarebbe giusto definire il tuo romanzo un “noir”?
Volendo attribuire un’etichetta, si potrebbe definire un thriller giallo, anche se qualche pennellata di noir c’è indubbiamente..
Qual è, a tuo parere, il rapporto dell’essere umano con la verità?
Il tema centrale della storia è proprio questo: la verità e il suo rapporto con gli esseri umani. Le vicende narrate condurranno i vari personaggi a confrontarsi con questo tema: cos’è la verità? È un concetto assoluto o nel limite della natura umana se ne può accettare una dimensione relativa o anche solo parziale? E la verità va ricercata sempre e comunque? Nella quarta di copertina cito una frase di Winston Churchill che diceva: «A volte l’uomo inciampa nella verità, ma, nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada, come se nulla fosse». In ogni caso, scoprire completamente la verità può essere doloroso e, per farlo, se ne paga sempre un prezzo
Progetti futuri?
Dopo un po’ che avevo terminato la scrittura di questo romanzo, mi è venuto di pensare che non volevo abbandonare il commissario Sterlicchio, che avevo appena creato e così ho deciso di seguirlo. Anche se “Caccia all’uomo nero” ha una sua conclusione che non richiede di per sé un seguito, ho pensato ad un’altra vicenda che lo potesse vedere protagonista e così è nato un terzo romanzo, che al momento rimane nel cassetto in attesa di vedere se l’accoglienza a “Caccia all’uomo nero” sarà positiva.