Parecchie volte si solleva dire che bisogna parlare di più delle donne durante l’anno e non solo l’8 Marzo.

“La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata”.

(Talmud)

 

Parecchie volte si solleva dire che bisogna parlare di più delle donne durante l’anno e non solo l’8 Marzo.

Ed è anche per questo motivo che il tema che affrontiamo questa settimana è proprio dedicato al tema della donna, contemplato da due angolature: la prima angolatura rivela quelle donne che sono amate; la seconda le donne violate nel loro corpo e nella loro dignità.

La citazione, attinta dal Talmud e ripresa in una delle sue opere da William Shakespeare, esprime molto bene il punto di arrivo di questo tema, ricordando ancora oggi che la donna non è inferiore all’uomo così da essere calpestata, violata e abusata, ma è a lui simile, pari a pari.

La donna ha un dignità e va protetta e amata sempre, al di là del colore della pelle, della sua lingua e della sua nazione.

L’uomo e la donna, pur essendo due identità distinte, non sono totalmente distanti l’uno dall’altra, perché si completano. Possono avere una sensibilità diversa, ma hanno la stessa dignità e libertà.

Un proverbio orientale dichiara: “Gli uomini si innamorano con gli occhi, le donne con le orecchie”.

Quest’espressione sicuramente è un po’ l’esaltazione di quello che papa Giovanni Paolo II ha chiamato «il genio femminile», che è soprattutto una più intensa capacità intuitiva.

Gli occhi in questione sarebbero quelli dell’anima che sanno perforare la realtà e penetrare in profondità, scavando anche il recondito, il mistero, il segreto ultimo delle cose e delle persone.

Le orecchie, invece, sarebbero la capacità di ascolto della donna, il suo entrare con i piedi delicati nel diverso, nell’altro per condividerlo e per assaporarne l’essenza.

È, questo, un dono prezioso che anche gli uomini dovrebbero sforzarsi di acquisire attraverso una maggiore introspezione e sensibilità, arricchendo in più la nostra vista interiore con lo sguardo rivolto alla donna.

Però è anche in parte vero ciò che lo scrittore francese Honoré de Balzac scrive: “Una donna bella piace agli occhi, una donna buona piace al cuore. L’una è un gioiello, l’altra un tesoro”.

Anche se questa è una considerazione un po’ maschilista comunque ha, però, un aspetto accettabile.

Attorno alla figura femminile, infatti, si annodano di solito due o tre qualità: bellezza, bontà, intelligenza.

La bellezza esteriore piace ed è un ornamento simile al gioiello che si indossa. La bontà è, invece, una sorgente viva di felicità ed è simile al tesoro che permette una vita serena, una vita d’amore che fa venire i brividi.

Malgrado ciò l’uomo ha trattato e continua a trattare la donna come un oggetto, trasformando le carezze in schiaffi, quei brividi d’amore in lividi di dolore.

E qui, si potrebbero ascoltare le parole che la scrittrice Oriana Fallaci pone nel suo libro Il sesso inutile: viaggio intorno alla donna, parole che non nascono dalla pura voglia di scrivere qualcosa, ma dall’esperienza vissuta sulla propria pelle, esperienza trasportata in racconto.

Ecco il testo: “Da un capo all’altro della terra le donne vivono in un modo sbagliato: o segregate come bestie in uno zoo, guardando il cielo e la gente da un lenzuolo che le avvolge come il sudario avvolge il cadavere, o scatenate come guerrieri ambiziosi, guadagnando medaglie nelle gare di tiro coi maschi. Tutte erano più o meno consapevolmente lanciate verso qualcosa che non può provocar che dolore, un dolore sempre più complicato. Il grande ritornello che scuote le donne dell’intero globo terrestre si chiama Emancipazione e Progresso: ogni volta che sbarcavo in un nuovo paese mi trovavo dinanzi queste due parolone e a donne che se ne riempivan la bocca quasi si fosse trattato di chewing-gum. Gliele abbiamo insegnate noi donne evolute, come a masticare chewing-gum, ma non gli abbiamo detto che il chewing-gum può far male allo stomaco”.

Per fortuna oggi il mondo sta maturando la convinzione che la donna va amata e considerata nella sua dignità e totalità, però non mancano ogni giorno casi di donne che vengono valutate dagli uomini solo ed esclusivamente dal loro fisico.

In Cose che nessuno sa D’Avenia asserisce: “La memoria delle donne è situata dappertutto. Anima e corpo in una donna sono più uniti, e ogni parte del corpo ricorda, soprattutto quando ha perso la mano che l’accarezzava, le braccia che la sollevavano, le labbra che la baciavano”.