
Tra le ragioni della scienza e quella delle pratiche esoteriche, l’Associazione Apertamente si schiera a sostegno della scienza e del metodo scientifico
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Gentile Direttore
Dopo una lunga ed estenuante battaglia dentro e fuori i due rami del Parlamento, la Camera ha tolto, almeno in parte, l’equiparazione dell’agricoltura biodinamica a quella biologica.
In questi giorni il Nobel per la fisica, Giorgio Parisi, insieme a tanti altri scienziati e uomini di cultura, aveva esortato i nostri rappresentanti al Parlamento a votare con conoscenza e competenza sulle questioni che sono chiamati ad affrontare. Lo stesso Parisi nei mesi scorsi aveva auspicato l’interessamento del Quirinale per evitare di “legittimare con una norma dello Stato la pseudo scienza” dell’agricoltura biodinamica. il presidente Mattarella, lo scorso novembre, presenziando all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza di Roma, rifacendosi a quanto detto poco prima dal premio Nobel Parisi aveva detto: «Vorrei rassicurarla sulla agricoltura biodinamica di cui ha parlato. È una questione che sta nel Parlamento e io notoriamente non posso pronunziarmi. Ma posso ben dire che vi sarebbero, perché diventasse legge, alcuni altri passaggi, anche parlamentari anzitutto, che rendono lontana questa ipotesi».
E così, a sorpresa, il 9 febbraio, l’aula di Montecitorio all’unanimità ha “stralciato” l’agricoltura biodinamica dalla legge che mira a tutela e aiutare lo sviluppo del biologico. Alla decisione avrebbe contributo la moral suasion del Quirinale che avrebbe fatto sapere informalmente attraverso i suoi uffici che alcune cose andavano modificate.
Ora tocca nuovamente al Senato chiudere definitivamente la partita dell’agricoltura biodinamica.
L’Associazione Apertamente, il cui obiettivo principale è quello di stimolare l’interesse per le scienze con lo scopo di riaffermare e diffondere i valori della cultura e della ricerca scientifica, vuole sostenere le ragioni della scienza contro la potenziale deriva antiscientifica che ogni tanto emerge nel nostro paese (vedasi per esempio anche il caso Stamina).
Proprio con questo spirito, lo scorso novembre, l’associazione Apertamente ha rivolto un appello a tutti i sindaci d’Italia, quali connettori tra territori e cittadini e politiche nazionali, per una campagna di sensibilizzazione culturale e politica a tutela dei valori della scienza. L’obiettivo era chiedere al Parlamento di espungere dal DDL l’equiparazione dell’agricoltura biologica a quella biodinamica. Tante sono state le adesioni arrivate da diverse amministrazioni comunali di diversi comuni d’Italia.
Approfittiamo di questo spazio per provare a fare un po’ di chiarezza su cosa è l’agricoltura biologica e su cosa si basa quella biodinamica.
1) Cos’è l’agricoltura biologica? Per agricoltura biologica si intende un metodo di coltivazione i cui standard sono disciplinati in tutti i Paesi nell’Unione Europea dal Regolamento CEE 2092/91, al fine anche di contrastare le numerose frodi che spesso hanno accompagnato il mondo BIO. Tra le caratteristiche dell’agricoltura biologica c’è la rotazione delle colture, la quale evita di coltivare la stessa pianta sullo stesso terreno per più stagioni consecutive. Inoltre, le coltivazioni biologiche DOVREBBERO garantire una maggiore biodiversità, rispetto a quelle convenzionali.
2) Cos’è e su cosa si basa l’agricoltura biodinamica? L’agricoltura biodinamica è una sorta di coltura basata su principi esoterici e di procedure magiche, nata in seguito ad un ciclo di lezioni tenute nel 1924 dal filosofo austriaco Rudolf Steiner e sviluppatasi poi in tutta Europa negli anni a cavallo tra la prima e la Seconda guerra mondiale. L’agricoltura biodinamica si basa sulle presunte proprietà di alcuni miscugli magici nell’attivare la loro “potenza radiante” nel terreno da coltivare. Qualche esempio? Prendiamo, letteralmente, quanto si riporta nei disciplinari ufficiali dell’agricoltura biodinamica: “letame infilato nel cavo di un corno di una vacca che abbia partorito almeno una volta. Il corno, una volta riempito, viene sotterrato per fermentare durante l’inverno e recuperato nei giorni prossimi alla Pasqua per essere sottoposto alla fondamentale operazione di miscelazione e dinamizzazione con acqua tiepida di sorgente, pozzo o piovana, che ha una durata di circa un’ora e può essere effettuata manualmente, ma anche tramite macchine speciali”.
Secondo il disciplinare, “le corna di vacca catturano, quando la vacca è in vita, i raggi cosmici affinché, quando sarà morta o a corna espiantate, il letame in quei corni, seppelliti e diseppelliti in funzione di combinazioni astrali, riceverà le forze eteriche astrali catturate dalla punta del corno, aumentando così il potere di quel letame quando è disseminato sul campo”.
Altri preparati “magici” prevedono di “sotterrare vesciche di cervo con dentro dei fiori di achillea”, o ancora “lasciare della corteccia di quercia a fermentare dentro al teschio di un animale domestico” al fine di aumentare la fertilità del miscuglio e del letame e conseguentemente la “potenza fertile” del terreno da coltivare.
3) Quali sono le evidenze scientifiche a favore dell’agricoltura biodinamica? NON VE NE SONO. I sostenitori ripetono, come un mantra, la presenza di una review che analizza 147 pubblicazioni a sostegno dell’agricoltura biodinamica. Diamo una notizia ai lettori: ad oggi non c’è traccia di alcuna review del genere. Se qualche sostenitore dell’agricoltura biodinamica ci volesse dire dove è stata pubblicata questa famosa review, farebbe un’opera di verità e onestà intellettuale e il Paese intero ne sarà grato. Per contro, uno studio (https://journals.ashs.org/horttech/view/journals/horttech/23/6/article-p814.xml), prendendo in esame i pochi studi condotti sul biodinamico, ha rilevato una superficialità nell’analisi statistica dei risultati ottenuti e una trascuratezza nel riportare in modo chiaro i risultati positivi e negativi dello studio e conclude che: “data la scarsità di letteratura scientifica e l’assenza di dati certi a supporto dell’efficacia dei preparati, non si può distinguere in modo misurabile l’agricoltura biodinamica da quella biologica e non dovrebbe essere raccomandata come pratica supportata da basi scientifiche”.
Inoltre, il prof. Ignazio Verde, per dare contezza della follia del cornoletame scrive: “La quantità di letame da spargere per fertilizzare un ettaro di terreno viaggia nell’ordine delle centinaia di quintali per ettaro (2 campi di calcio). Un metro cubo di letame maturo pesa circa 7-8 quintali. Parliamo di almeno un paio di rimorchi agricoli di medie dimensioni a ettaro. Sapete a quanto ammonta la quantità di cornoletame (o di altri intrugli quali vesciche di cervo maschio, teschi, pelle di topo di campagna) che si sparge in un ettaro di terreno? Siamo nell’ordine di qualche centinaio di GRAMMI. Una ciotola da colazione per intenderci. Quale fertilità vuoi migliorare con una ciotola di cornoletame? O di vescica di cervo? Un ettaro di suolo di medio impasto per una profondità di 25 cm pesa all’incirca 33.300 QUINTALI. Di quanto può aumentare la sostanza organica di un ettaro di suolo che pesa 3.300.000.000 grammi con l’aggiunta di appena 200 grammi di cornoletame? Meno dello 0,000000061%. Siamo a dosi omeopatiche”.
4) La responsabilità della politica. La senatrice a vita Elena Cattaneo aveva presentato tre emendamenti, poi bocciati, per espungere l’equiparazione dell’agricoltura biodinamica, definita “una pratica esoterica e stregonesca priva di basi scientifiche”, a quella biologica, la quale, pur con i suoi spesso sottovalutati limiti e i sopravvalutati pregi, presenta qualche fondamento scientifico. E l’aveva fatto con metodo e nel merito: “Colleghi, rimuovere la parola biodinamica dal disegno di legge, come chiedono i miei emendamenti, non impedisce ai produttori di perseguire queste pratiche e ottenere la certificazione di prodotto biologico (per averla basta rispettare i protocolli), ma esplicitare il riferimento al biodinamico in questo testo di legge avrà l’effetto di dare dignità al cornoletame. Aggiungo anche che si tratta non di equiparazioni tra biologico e biodinamico solo per la parte nella quale il biodinamico mima le pratiche biologiche, ma di una totale equivalenza, al punto che il disegno di legge in discussione prevede che una quota di fondi pubblici venga dedicata specificamente alla ricerca scientifica, alla formazione nel settore biologico e, quindi, all’equiparato biodinamico. Se quest’equiparazione restasse esplicita (non ci può essere alcun fraintendimento sul suo significato), enti e portatori di interesse potrebbero organizzare corsi e progetti incentrati sull’esoterismo biodinamico con i soldi dei cittadini italiani. Grazie ai fondi previsti dalla legge si potrebbero creare attività e istituire insegnamenti, con tanto di crediti formativi, sulla profondità migliore a cui sotterrare le vesciche di cervo, sulla direzione giusta con cui mescolare il letame o su come meglio orientare la vacca al pascolo perché catturi raggi cosmici”.
Gli emendamenti Cattaneo quindi si limitavano a togliere qualsiasi equiparazione esplicita dell’agricoltura biodinamica a quella biologica ed evitare che si finanzi con denaro pubblico una pratica squisitamente stregonesca.
Come molti sostengono e come auspichiamo che qualsiasi essere raziocinante può concordare, “l’agricoltura biodinamica in quanto tale non può essere sostenuta dallo Stato. Perché semplicemente, a differenza dell’agricoltura biologica, non gode di una certificazione ufficiale. Ed è assurdo che quella che di fatto è la misura applicativa di un regolamento comunitario possa essere considerata lo strumento per finanziare “il cornoletame”: la legislazione europea non prevede di sostenere la biodinamica”.
5) L’epilogo, forse, di una brutta storia. Il 9 febbraio la Camera dei deputati ha approvato, con 421 voti a favore, la legge sull’agricoltura bio senza l’equiparazione tra biologico e biodinamico. Ora il provvedimento torna al Senato per la quarta lettura.
La politica, se non sa valutare le cose con metodo e nel merito, rischia di confondere e ingannare i cittadini e i consumatori. Serve ovviamente una solida base di conoscenza e questo significa anche la fatica dello studio.
Come scriveva Antonio Gramsci, “Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza”.
Tra le ragioni della scienza e le pratiche esoteriche, l’associazione APERTAmente si schiera a sostegno della scienza e del metodo scientifico.
Associazione culturale Apertamente