Fantasmi è un ciclo di drammaturgie di Michele Santeramo. Ciascuna drammaturgia è abitata da un personaggio che torna dal buio del palcoscenico per provocare lo spettatore in un rapporto diretto, che susciti la sensazione che l’attore abbia parlato “a me, proprio a me”. Si tratta di personaggi che vengono dalla letteratura o dal teatro. Santeramo ha voluto affidare, in esclusiva per il circuito italiano, il fantasma “Bastianazzo” all’attore andriese, Antonio Memeo, protagonista, il prossimo 30 giugno, dello spettacolo che andrà in scena, dalle ore 21, presso l’auditorium/oratorio “San Filippo Neri” della Chiesa San Giuseppe Artigiano di Andria.
Ciao, Antonio. Come si colloca “Bastianazzo” nella raccolta drammaturgica “Fantasmi” di Michele Santeramo?
Bastianazzo è il fantasma di chi decide di non decidere, di chi fa della immobilità fisica la forza di uno o più pensieri che producono ed impongono altro tipo di immagini, sensazioni, relazioni.
Chi è Bastianazzo e perchè hai scelto di portarlo in scena?
Bastianazzo è uno che sceglie di essere un perdente, mi piace, forse perché personalmente non amo i cosiddetti “vincenti”, il primo, il migliore, insomma quella cosa che uno su mille ce la fa, e gli altri sono perdenti?
Scegliere di non scegliere, affaticarsi per non durar fatica, impegnarsi nell’ozio, resta comunque una decisione libera ed eticamente corretta?
Non amo l’ozio, ma non amo neanche disperdere energie quindi oggi scelgo di non affaticarmi più per cose o persone con le quali non accade mai nulla. E’ anche qualcosa che ha a che fare con la ripetitività della vita.
A chi consiglieresti di offrire un contributo “a cappello” per lo spettacolo?
A volte penso che bisognerebbe tornare a lavorare “a cappello”, dare la possibilità a fine performance di ricevere un contributo o no, se non è piaciuto, potrebbe in qualche modo essere d’aiuto all’artista.
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