Trasformare il dolore in azione, per non cancellare quel sorriso... Basta? Certo che no, ma aiuta chi ne ha bisogno.

Trasformare il dolore in azione, per non cancellare quel sorriso… Basta? Certo che no, ma aiuta chi ne ha bisogno.

Un sabato pomeriggio, un sabato d’estate. Giugno, quell’anno lì, era stato clemente, un moderato sole faceva capolino con ripetitiva assertività da nuvole sparse in un cielo che, da lì a poco, avrebbe piovuto lacrime di incommensurabile dolore…

La mia colazione era sempre la stessa, biscotti e caffellatte mi rinsavivano da una notte trascorsa tra le sudaticce lenzuola di una primavera agli sgoccioli. Non ero solito perdermi in discorsi sofisticati, si sa, a prima mattina i pensieri viaggiano nei meandri del nulla, ma guardando la tv, mi sovvenne un ricordo, un incubo che mi attanagliava l’anima, un peso che sentivo il bisogno di condividere con parenti e amici. Lo ammetto, non sono bravo a raccontare sogni, spesso li attribuisco a divagazioni mentali, quei cattivi presagi che prima ti avvolgono come una coperta asfittica e poi ti abbandonano inerme. Sensazioni che ti cambiano per sempre, in un attimo. Già, è bastato solo un attimo per portarsi via Giuseppe Di Schiena. Un segno premonitore? Può essere…10608486_817069041670633_1427579406530104277_o

Non lo conoscevo personalmente, ho imparato a farlo dopo e mi sembra di averlo avuto sempre accanto. D’accordo, declamare le virtù di chi ormai respira nella gloria di Dio è costume di molti, ma il sorriso di Giuseppe l’ho ritrovato dappertutto. Lo si scorge negli occhi vispi di suo papà Michele, lo riconosci dalle gote segnate di Filomena, mamma, confidente e devota cristiana. Peppe lo chiamavano tutti, diminutivo di chi ha fatto dell’umiltà un’innata attitudine. Movimento incessante il suo, dalle partite a calcetto a quella maledetta moto, Peppe sfidava le dinamiche dell’indifferenza, sistemandosi in qualche anfratto del sentimento di tutti noi, assaporava il Mondo perché ne faceva parte, si sentiva l’ingranaggio portante di un misterioso ma divino meccanismo incomprensibile e perfetto.

Oggi, a tre anni dalla sua scomparsa, Peppe ha restituito un senso a quell’ignota perfezione, la sua scomparsa è stata propedeutica ad un disegno più grande. Chissà, forse il suo sacrificio non si è raggomitolato attorno alle primordiali radici di un torrido asfalto, il suo nome riecheggia nelle vite di molte altre persone che a Peppe devono tutto, la loro esistenza.1002528_10205356522540910_5671440170492459845_n

Accedendo al sito www.peppe92.it e/o alla pagina Facebook “Basta un attimo-www.peppe92.it”, ci si rende conto, infatti, dell’enorme impegno profuso da Michele e Filomena nel garantire, attraverso una cospicua raccolta fondi dell’Associazione, defibrillatori agli Oratori Di San Paolo e Sant’Andrea, ora, finalmente, cardioprotetti, estendendo l’iniziativa anche a tutte le scuole, con lo scopo di organizzare corsi di pronto soccorso, relativi alle tecniche di prevenzione di ostruzione delle vie respiratorie soprattutto per l’età infantile.

“…perché hai saputo attraversare la corrente dell’Inevitabile. Molti vi navigano e naufragano; altri vengono trascinati fino a luoghi che non erano loro destinati. ma tu hai affrontato la traversata con dignità, hai saputo governare la rotta della tua barca, e stai tentando di trasformare il dolore in azione.”

(P. Coelho – Monte Cinque)