Lettera aperta al Sindaco di Barletta, firmata da Domenico Dalba, cittadino attivo

Signor Sindaco,

per anni, ogni giorno, migliaia di pedoni, ciclisti, motociclisti e conducenti di automobili hanno attraversato il passaggio a livello di via Milano. Le code, con le sbarre abbassate, erano lunghe. Oggi, finalmente, quel varco stradale è chiuso, e nessun cittadino correrà più il rischio, per un’imprudenza causata dai lunghi tempi di attesa, di rimanere stritolato da un convoglio ferroviario in transito.  Nessun convincente surrogato, però, ha preso il suo posto.

Ora, i veicoli a quattro ruote con un salto raggiungono facilmente il vicino cavalcavia o il sottovia realizzato recentemente. Invece, i pedoni e gli amanti della bicicletta, che intendono raggiungere l’altra parte della città, intensamente popolata, sono obbligati a servirsi unicamente del sottovia di via Imbriani, munito di scalinate.

Una grave offesa alla viabilità pedonale, che dovrebbe essere al centro delle preoccupazioni di chi è deputato alla gestione della sostenibile mobilità cittadina. E’ caduto nel lontano 1989 il muro di Berlino, ma quello che da decenni continua a dividere in due la città di Barletta rimane perennemente invalicabile. Per la fatica che comporta il salire e lo scendere, più volte al giorno.  Per tutti, anche per chi gode di ottima salute.

Vi sono, però, persone che vengono pesantemente penalizzate. Per non perdere la nostra residua umanità dovremmo interessarci di loro. Del loro diritto all’autodeterminazione. Le pare? Tra i suoi concittadini, infatti, non mancano, disabili, vecchi, bambini, donne in stato di gravidanza o che spingono carrozzini, massaie che raggiungono quotidianamente il mercato di largo San Nicola e ritornano con le sportine della spesa o trascinando carrellini.

L’altro giorno certamente le sono fischiate le orecchie. Un profluvio di anatemi, improperi, contumelie, infatti, fluiva inverecondamente dalla mia bocca. Da far vergognare persino i cocchieri di una volta alle prese con irascibili cavalli o frequentatori di osterie, avvinazzati oltremisura, ai quali l’oste non concedeva ulteriori boccali vino.

Don Milani sorrideva, nel frattempo, perché stavo mettendo in pratica un suo insegnamento. Quando le bestemmie sgorgano dal cuore, per una giusta causa o per opporsi ad un sopruso, rappresentano delle preghiere.

Perché tanto strepito nei suoi padiglioni auricolari? Ero adirato con lei. Anzi arrabbiato, come un cane, al quale si sottrae la scodella del cibo, o si tenta di strappargli un cucciolo. Ero letteralmente imbufalito. Ancora di più, terribilmente “incazzato”. Ma non solo con lei, anche con tutti gli amministratori che l’hanno preceduta e con tutti i cittadini che si trincerano nei fatti propri, dimenticando che la vita non ha senso se non ci si interessa attivamente della collettività. Soprattutto di quella dolente.

Immagini che al signor Nicola Maffei, ex sindaco, mi rifiutai sdegnosamente di stringere la mano nel Castello di Trani, in occasione di un festival della letteratura, perché nel pieno delle sue funzioni mi aveva trattato come un suddito, non come un cittadino.  Avevo chiesto, infatti, con lettera protocollata, di essere ricevuto per prospettare alcune criticità che riguardavano i disabili, quindi anche il problema del sottovia di via Imbriani, e lui nonostante i solleciti, era rimasto letteralmente sordo.

Mi presento, così potrà capire le ragioni del mio montare su tutte le furie. Sono zoppo da una vita, tanto che una “educatrice” della Scuola Media “R. Moro” mi definì “storpio” (si sentiva offesa, l’esimia collega, perché “la legge morale dentro di me”, come mi aveva insegnato il mio carissimo amico Immanuel Kant, mi aveva portato a denunciare alla Procura della Repubblica di Trani abusi che offendevano la dignità dell’Istituzione scolastica). Inoltre, i miei stanchi occhi si entusiasmano nel vedere, da 75 primavere, “il cielo stellato sopra di me”, (ancora l’epitaffio di Immanuel).

Dunque, arrivo al sottovia di via Imbriani. Che vedo? Nuovo di zecca scintilla nel suo tenue, ma provocatorio, colore beige, un servoscala. Un pugno nello stomaco! Ah! Meglio, un cazzotto! Di quelli che ti lasciano stecchito e ti portano ad accartocciarti su te stesso. Un altro sindaco era ricorso allo stesso infernale aggeggio, e fortunatamente un teppista (qualche volta i teppisti vedono molto meglio dei lungimiranti amministratori) lo aveva vandalizzato.

Indossi, signor Sindaco, per un momento, i panni di un disabile. Come farebbe da solo a mettere in funzione un tale congegno? E chi porterebbe l’eventuale sedia a rotelle dall’altra parte? Le farebbe, poi, piacere che gli sguardi di tutti i passanti si inchiodino su di lei, per… assistere allo spettacolo? Che fine farebbe la sua dignità? La sua riservatezza? E… la sua autodeterminazione?

Ebbene, vi è un’unica via maestra, per abbattere di fatto l’offensiva barriera architettonica. L’hanno suggerita tredici anni fa, studenti della scuola media “R. Moro” accompagnati dai docenti Rotunno Dolores e Domenico Dalba per un’attività di educazione civica. L’impianto di un tappeto mobile. Raccolsero in quell’occasione, gli imberbi ragazzini, oltre tremila firme di cittadini e le inoltrarono al Comune di Barletta. Poi, in classe relazionarono, non su argomenti fasulli, ma su un tema che toccava la carne viva della gente.

Signor Sindaco, lei, ormai, politicamente, è agli sgoccioli, anzi è dimissionario e, quindi, surrogato dal Commissario prefettizio. La sua coscienza dovrebbe dolersi, amaramente, recitare innumerevoli volte il mea culpa per non aver provveduto a realizzare l’indispensabile e dignitosa struttura, presente in molte altre realtà urbane ed ambienti commerciali.

Ora, un nugolo sterminato di candidati è in lizza per occupare la sua ambita poltrona. Mi chiedo, pensoso. “Qualcuno di loro ha, per caso, inserito nel proprio programma la costruzione del tappeto mobile? O tutti progettano cinicamente, come lascia prevedere l’aria che tira, dagli innumerevoli locali presi in fitto per i comitati elettorali, di andare al Palazzo di Città per favorire se stessi e la masnada di parenti, amici e conoscenti?”

Grazie, per l’attenzione.

Domenico Dalba, cittadino attivo.

Post scriptum

Se la prossima Amministrazione non si farà seriamente carico del problema enunciato, mi sentirò costretto, per dare voce e coraggio a quei cittadini a cui sono stati rubati strumenti di attiva difesa, a sollecitare la nascita di un comitato che coinvolga cittadini dotati di ragione e cuore assieme alle associazioni territoriali attente alla disabilità.

Tra le iniziative prospetterò un simbolico assalto con martelli al diabolico montascale, cantando “Bella ciao”, canto della Resistenza. Nell’occasione, saranno invitate testate televisive e giornalistiche locali, oltre alle mitiche “Iene” ed a “Striscia la notizia”.

Se anche questa iniziativa non dovesse sortire l’effetto desiderato, procederò con altri volenterosi ad abbattere realmente la struttura ed a divellere i gradini. Conosco benissimo quali sono le conseguenze penali, (In caso di necessità, l’assistenza legale sarà offerta dal team degli avvocati orbitanti attorno all’ex Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, personalmente contattato, o da un legale compiacente del territorio.) per un’azione che parrebbe violenta. Sono convinto che l’intera cittadinanza sarà dalla parte dei resistenti e contribuirà anche alle spese legali. Perché la vera violenza la esercitano le autorità che, pur preposte a soddisfare le esigenze dei cittadini, languono. Perennemente!


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Percorso scolastico. Scuola media. Liceo classico. Laurea in storia e filosofia. I primi anni furono difficili perché la mia lingua madre era il dialetto. Poi, pian piano imparai ad avere dimestichezza con l’italiano. Che ho insegnato per quarant’anni. Con passione. Facendo comprendere ai mieli alunni l’importanza del conoscere bene la propria lingua. “Per capire e difendersi”, come diceva don Milani. Attività sociali. Frequenza sociale attiva nella parrocchia. Servizio civile in una bibliotechina di quartiere, in un ospedale psichiatrico, in Germania ed in Africa, nel Burundi, per costruire una scuola. Professione. Ora in pensione, per anni docente di lettere in una scuola media. Tra le mille iniziative mi vengono in mente: Le attività teatrali. L’insegnamento della dizione. La realizzazione di giardini nell’ambito della scuola. Murales tendine dipinte e piante ornamentali in classe. L’applicazione di targhette esplicative a tutti gli alberi dei giardini pubblici della stazione di Barletta. Escursioni nel territorio, un giorno alla settimana. Produzione di compostaggio, con rifiuti organici portati dagli alunni. Uso massivo delle mappe concettuali. Valutazione dei docenti della classe da parte di alunni e genitori. Denuncia alla procura della repubblica per due presidi, inclini ad una gestione privatistica della scuola. Passioni: fotografia, pesca subacquea, nuotate chilometriche, trekking, zappettare, cogliere fichi e distribuirli agli amici, tinteggiare, armeggiare con la cazzuola, giocherellare con i cavi elettrici, coltivare le amicizie, dilettarmi con la penna, partecipare alle iniziative del Movimento 5 stelle. Coniugato. Mia moglie, Angela, mi attribuisce mille difetti. Forse ha ragione. Aspiro ad una vita sinceramente più etica.

2 COMMENTI

  1. questo tipo di problematiche sulla disabilità vengono fuori solo ora in campagna elettorale dai ‘cittadini attivi’? in precedenza andava meglio? funzionavano le cose? ci sono state altre opportune segnalazioni fatte all’amministrazione, rimaste inascoltate, da parte di questo cittadino?? sono documentabili? o la lamentela appare ora per sollevare ulteriori polemiche pre-elettorali nei confronti degli avversari politici?
    semplice curiosità da cittadina non schierata

  2. Email: immadiben@gmail.com
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    questo tipo di problematiche sulla disabilità vengono fuori solo ora in campagna elettorale dai ‘cittadini attivi’? in precedenza andava meglio? funzionavano le cose? ci sono state altre opportune segnalazioni fatte all’amministrazione, rimaste inascoltate, da parte di questo cittadino?? sono documentabili? o la lamentela appare ora per sollevare ulteriori polemiche pre-elettorali nei confronti degli avversari politici?
    semplice curiosità da cittadina non schierata
    Gentile Imma, ti ringrazio per le domandi che mi rivolgi con molto garbo. Legittime e pertinenti. Eccoti delle risposte. Se non le troverai esaurienti potrai interloquire direttamente con me, chiedendo ll mio indirizzo alla Direzione di “Odysseo”. Ebbene:
    – Mi ritengo e sono cittadino attivo. Se leggi la mia biografia troverai che in molte occasioni da quando ero un ragazzo mi sono interessato non solo della famiglia ma anche della collettività. La mia vita sarebbe ad una sola dimensione, altrimenti.
    – Più volte, e non in occasione della campagna elettorale, ho sollevato il problema, gravissimo, della mancanza di ascensori nella stazione di Barletta. Se tu sei interessata, posso inoltrarti gli articoli specifici.
    – Ieri, per esempio, mi sono recato, a mie spese, a Conversano perché l’ex Ministro Mattina ha imposto l’utilizzo di pesticidi per il fenomeno del disseccamento degli ulivi. Approccio per me gravissimo, perché è proprio l’eccessivo uso che negli ultimi decenni si è fatto dei pesticidi ad indebolire il sistema immunitario delle nostre piante. Fra non molto anche nel nostro territorio ci confronteremo su questa tematica. E la nostra economia potrà traballare, ancora di più di quanto sta succedendo adesso.
    – Quando in una scuola superiore di Andria ci sono state iniziative rivolte ai disabili, non sono mai mancato.
    – L’anno scorso a Corato ho contattato l’associazione che si interessa della disabilità ed ho offerto la mia collaborazione giornalistica, ed anche umana.
    – Nei giorni scorsi ho partecipato ad un incontro relativo all’autismo, fenomeno gravissimo che le autorità disattendono. Prossimamente potrai trova una mia riflessione sulla scottante tematica.
    – Da molti mesi mi interesso dell’Alzheimer, prestando la mia disponibilità personale ad un conoscente che è affetto da questa terribile patologia. In un articolo ne ho anche parlato. Mi riprometto di ritornare sulla tematica.
    Nel Festival della Disperazione ho contattato i genitori della ragazza Giorgia Lomuscio, morta prematuramente per cancro. Loro sono impegnati in un’opera di sensibilizzazione di raccolta fondi per la ricerca scientifica.
    Se la mia risposta non è esauriente, ti chiedo venia. Personalmente ce la metto tutta, nonostante i miei 75 anni. Grazie. Domenico

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