…un seme, immerso in una coltura di fermenti, per i frutti del futuro
Edizione straordinaria! Ricco e appetitoso, il programma della giornata dedicata alla Festa dell’albero, presso il Parco “Gargasole” a due passi dalla stazione ferroviaria di Bari. Ingredienti di prima qualità, ricchi di nutrienti, cuochi speciali che si prendono cura del benessere degli uomini, degli animali, delle piante, e… del suolo, liberandolo da energie tossiche.
Non vuoi perdere neanche una battuta dell’evento, come fa puntualmente l’affamata ghiandaia, striata d’azzurro, che va alla ricerca di un singolo curculionide, tra le ghiande del fragno. Perciò, ti imbarchi per tempo sul treno dei pendolari, deserto oggi, domenica, gremito fino all’inverosimile negli altri giorni, nonostante il Covid, e raggiungi l’agognata meta con una buona mezz’ora di anticipo.
Sbirci attraverso le inferriate arrugginite. Un barattolo di coca cola, premendo i tasti di una bottiglia di birra, risuona ritmicamente; un’azzurra sportina di plastica volteggia allegramente tra i cespugli finché si impiglia nel ramo di una melina; un nugolo di api raccoglie nettare dalle dischiuse infiorescenze di cavolfiori declinanti. Fumi di vapore salgono al cielo.
Per chi non ne conosce la storia e le vicissitudini, il Gargasole rappresenterebbe un “non-luogo”, un incolto, tappezzato di mercorella, verbasco, graminacee, ortica, parietaria, cicoria, orchidee selvatiche, sonco, punteggiato di radi cespugli, ombreggiati da stenti alberelli e qualche rigogliosa pianta arborea. Al confine, costruzioni militari dismesse da tempo, dove trovano rifugio e misero conforto stracci di umanità, drogati, senza tetto, spacciatori, corteggiati da cani, gatti, topi, sudici giacigli ed escrementi. Il pensiero corre a Pasolini, smagliante fiore dell’altra Italia, che si prendeva cura di simili spazi con la sua militante letteratura e cinepresa.
Invece, il Gargasole costituisce l’emblema vivente di come dovrebbero essere ideati, progettati, realizzati e vissuti, i parchi. Non colate di cemento abortite dalla famelica mano di professionisti ammanicati al potere politico, non piantumazioni esterofile, non ghetti aperti per alcune ore della giornata, ma familiari giardini della gente comune. Che, penalizzata pesantemente dall’esproprio delle strade e dall’invadenza dei media, vi trova un ambito dove stabilire rapporti di cura, convivialità e cultura.
Un fragoroso plauso alle organizzazioni e a tutti i cittadini che con la loro abnegazione e lungimiranza da quattro anni investono le loro energie migliori per la realizzazione di un luogo autentico di socialità, di appartenenza, ristoro, vita scintillante di gioia.
Come dimenticarsi, poi, di Carla Tedesco, docente di Urbanistica presso l’Università di Venezia, anche oggi presente, che ha profuso la sua cultura perché nascesse, in un territorio asfittico, assediato dagli immobili, un fazzoletto di natura e di umanità viva? Nel passato, lei, sempre presente, anche con la zappa. Naturalmente, non poteva sopravvivere “neanche un altro minuto” come verace assessora all’Urbanistica, come persona autentica, nell’ambiente malsano della fetida politica di casa nostra.
Verso le dieci si affaccia, una carovana di volontari, gravati di tavoli, cazzuole, libri, sacchi di intonaco, alberelli, zappe, rastrelli, dépliant, dinosauri di plastica, matasse di cotone, cibo per rifocillarsi. Sprizzanti entusiasmo, percorrono la discendente rampa di accesso, costeggiata da cespugli di melina e si distribuiscono in fazzoletti vitalizzati.
Immancabili all’appuntamento, in casacca arancione, Gianni Signorile e Manlio Epifània, i due dioscuri della “Masseria dei monelli- Ortocircuito” che assieme a una miriade di cittadini stanno comprando un bosco di fragno tra Conversano e Turi, bene comune, ricco di biodiversità, aperto perennemente alle esigenze di cultura e svago della collettività.
Dischiuso uno stendibiancheria, Sibilla Potenza, una delle protagoniste de “La piazza del baratto”, vi mette a sciorinare libri come fossero maglioni, calze, mutande e strofinacci. Per l’intera giornata gli avventori porteranno via orgogliosamente, senza spendere un euro, pagine che animeranno l’immaginario, il cuore e la ragione.
Ormai, il parco brulica di gente, comuni cittadini che durante la settimana hanno lavorato negli uffici, sui treni, dietro i banchi della frutta, nei cantieri, nelle officine, nelle scuole, per strada alla raccolta della spazzatura, venuti per godersi un po’ di sole in libertà nel verde pubblico con i figli impegnati in attività creative. Per incontrare amici e farsene degli altri in convivialità e condivisione. Scorre un torrente di empatia.
I bambini scorrazzano liberamente sotto lo sguardo compiaciuto dei genitori da un capo all’altro del parco. Un nero labrador, un pacioccone, mansueto come una pecora, si lascia accarezzare, sbaciucchiare, strattonare. La sua coda frulla senza sosta, mentre tra i denti riporta gongolante gli oggetti che vengono lanciati lontano.
Un banditore in groppa ad un vivente dinosauro annuncia “Fiabe animate” ad opera di Eugema Onlus. Aguzzate le orecchie, i piccoli si precipitano verso l’improvvisato teatrino. “Dinosauri carnivori aggrediscono quelli erbivori, alla fine, scomparsi tutti i mastodontici animali, comincia l’era dei mammiferi.” Una lucertola acquattata su una pietra evoca i bei tempi dei suoi ancestrali antenati.
Sotto la cura di Fillide, rinasce l’arte millenaria che riempiva le sere delle nonne di una volta. Signorile ed attempate signore, infatti, accovacciate, sferruzzano lestamente o a fatica con uncinetti e cotone. Intanto, il laboratorio “Animazione Teatrale” elettrizza i polloni umani. Contemporaneamente, il volontario Massimiliano Boccone informa sulle iniziative di Greenpeace, impegnata per la difesa del Pianeta.
Comincia la piantumazione di un noce, un limone e tre ulivi dalle bianche drupe. I bambini, a manate, riversano manciate di concimi naturali, infine, paglia per la pacciamatura, dove conficcano rametti di assenzio, per tenere lontani gli insetti con il loro mefitico odore.
Svetta a ridosso della linea di confine un forno costruito con terra, paglia e mattoni refrattari. Un artigiano coadiuvato da sua moglie con la cazzuola vi spande uno strato sottile di intonaco alla canapa, risorsa inesauribile della natura. Conclude la giornata, il laboratorio di cucina dell’effervescente Francesca Mola.
Una fitta cappa di umidità bussa alla porta, ma i visitatori, nonostante l’ora tarda, continuano a presidiare il parco. Intanto, Giovanni Signorile e Marco Bruno, esperto in geobiologia, s’impegnano a rivedersi per individuare i nodi di Hartmann e rendere così salutare anche energeticamente il parco per uomini e piante.
Bellissimo articolo coglie l’aspetto vivo e indelebile tra l’uomo e l’ambiente
Iniziativa fantastica. Complimenti e grazie a queste persone che creano questi contesti. I ragazzi dovrebbero fare solo attività tipo questa. Grazie ancora
Bellissima iniziativa e bellissimo articolo.
Ma ovviamente con Domenico si va sul sicuro😊
Un articolo pieno di molti insegnamenti che avvicina l’uomo alla propria natura.
Condivido pienamente specialmente le parti che ,con grande maestria di stile e di parole, il caro Mimmo
ha saputo scrivere sull’importanza del rispetto che gli uomini devono al creato.
Bravo e Grazie.
Bellissima iniziativa, azione concreta su cui possono solo rimbalzare o frantumarsi gli sterili lamenti di chi è solito unirsi all’esercito sempre ben nutrito dei pessimisti, dei criticoni, dei pignucoloni… Bravi tutti.
Seminare speranza ecosostenibile serve ad avere una Bellezza futura.
Molto ben fatto.
Accattivante cronaca di una insolita e speciale giornata di novembre. Complimenti!
Caro Mimmo, mi hai fatto venire in mente, i Wimmelbuecher. Albi illustrati brulicanti di dettagli e particolari. Ecco, il tuo pezzo, con sapiente maestria ha usato le parole come fossero tessere di un mosaico colorato. Vedo il parco Gargasole. I suoi spazi. La vegetazione, le persone presenti. La coda del labrador e la lucertola cheta. Ma balza agli occhi il sapore della genuina vitalità di quanti hanno creduto nella condivisione di momenti da socializzare. E nella bellezza della natura incontaminata in armonia con l’ essere umano.
Buonasera sera Domenico sai che ho tre figli e queste iniziative mi piacciono molto quindi ti dico che sono felice di leggere questi articoli in modo da poter fare conoscere a quante più persone possibili questo tipo incontri. In occasione ti mando distinti saluti
Ottimo articolo e originale resoconto
Una vera sorpresa…queste risposta con i fatti,da quel sud che sarebbe solo degrado e malavita.
E da quello che leggo,sanno creare una vera boccata di aria e libertà in questi tempi,dove la scuola si sta trasformando in una caserma.ti
mi è sembrato per 5 minuti di essere li’ con loro talmente è coinvolgente il tuo racconto,grazie per la tua dedizione a rivederci ad altra lettura.buona serata
molto interessante e bello questo resoconto! si tratta di iniziative da condividere, imitare e moltiplicare, abbiamo bisogno di attività all’aperto, di contatti umani e di cooperazione!
Ti conosco da troppo tempo.L’articolo,come tutti i tuoi,che ti costringe,alle volte,a prendere il vocabolario per comprendere vocaboli sconosciuti(a me che sono un modesto cultore di lettere e letteratura classiche)scorre con amabile incedere in passaggi graduali che fanno parte di un unico percorso “formativo”,per quel che capisco,ma che,alla fine,ti conducono in una realtà che dovrebbe essere punto di arrivo per le nuove generazioni….,ma anche per la nostra.Ti abbraccio.Ruccio
Articolo molto bello, riporta ad un piacevole impegno, alla riscoperta della semplicità e al rispetto per l’ ambiente inteso come parte integrante di ciò che siamo. Rilassa la mente e nutre il cuore, all’ orizzonte convivialità e trasversalità sociale.
Un articolo virtuoso che racchiude in sé, 3 elementi fondamentali della nostra esperienza.. Terra, acqua e ossigeno in aria ambiente. Il tutto in armonia con la sana creatività dell’essere umano. Il contatto diretto con la terra, l’amore nel saper piantare un seme (come, quando e perché) per poi attendere che nasca un fiore.
Grazie Mimmo.
Le aree naturali come i parchi, i boschi, le oasi, da sempre hanno un elevato valore naturalistico e culturale e l’uomo e’ parte integrante, in quanto sopravvive grazie alla loro conservazione.
Purtroppo stiamo vivendo una spiacevole realta’ che ci rende sempre piu fragili, apatici, e per niente combattivi, e ne consegue un ambiente malsano, calpestato e totalmente trascurato.
Innanzitutto dobbiamo interagire di piu con la natura, valorizzandola e proteggendola come quando si accompagna un bambino durante le sue fasi di crescita, dunque con sacrificio, impegno e devozione.
Il parco gargasole e’ un exploit di creativita’, di raccolta di pensieri, di gioia e una gran carica di energia positiva fondamentale nella rinascita ambientale.
Un forte ringraziamento a Domenico per le sue preziose scoperte.
Il tuo è vero talento Mimmo!!!
La tua capacità narrativa ci offre la possibilità di vivere, attraverso la lettura dei tuoi meravigliosi articoli, l’esperienza e l’ambiente da te perfettamente descritti.
Il tutto impreziosito da un lessico ricercato che denota l’amore profondo per la “bellezza” in ogni sua forma.
È un piacere leggerti, grazie!!!!
Ottimo articolo, come sempre d’altronde, che offre una un bello spaccato di umanità e civiltà, da servire quale fulgido esempio di quello che potremmo e dovremmo compiere per migliorare la nostra vivibilità ambientale, anche a monito ed esempio di tutti quelli che vivono nutrendosi di indifferenza.
Ciao Mimmo. Vai avanti e non ti fermare
Grazie Domenico per questo bellissimo articolo…. Una iniziativa molto esemplare…. Sarebbe bello pensare di organizzare qualcosa di così carino anche a Barletta, la nostra città.. La natura è un libro aperto per gli occhi di tutti e non è solo un posto da VISITARE… È CASA NOSTRA… 😊
Articolo scritto molto ben scritto. Grande testimonianza del tuo amore per la natura e del tuo orizzonte umano, etico e morale.
Una lettura che ben presto si trasforma in esperienza di vita vissuta dove odori, colori e suoni sembrano materializzarsi in un ambiente contaminato.