A dividersi il podio nell’assurdo primato delle nozze precoci di spose bambine sono Niger, 77%, Bangladesh, 71% e Chad, 69%

Lo scorso 11 aprile, una risoluzione chiesta dal Parlamento Europeo, nelle figure del suo Presidente, Antonio Tajani, e del Presidente della Sottocommissione per i diritti dell’uomo, nonché co-presidente dell’audizione, Pier Antonio Panzeri, ha posto l’accento sul problema relativo al crescente numero di spose bambine nel Mondo. Ad oggi, infatti, nei Paesi in via di sviluppo, un’adolescente su tre si sposa prima della maggiore età, mentre una su nove prende marito, addirittura, prima dei quindici anni.

Un dato sconcertante, già se si calcola l’alto rischio a cui le donne gravide vanno incontro durante la pubertà, senza considerare tutti gli aspetti legati ai traumi psicologici che una minore sposata contro la sua volontà può subire. Le principali complicazioni potrebbero sorgere nell’indisponibilità del loro fisico a procreare o nelle difficoltà legate all’acerba predisposizione dell’utero ad accudire, nella gestazione, il feto. Il matrimonio, inoltre, costringerebbe le bambine ad abbandonare gli studi, segnando, irrimediabilmente, la loro prospettiva di vita.

Gli eurodeputati hanno evidenziato la necessità di informare direttamente i bambini e le Istituzioni, al fine di modificare alcune norme sociali che garantiscano l’efficienza dei servizi sanitari, scolastici e giudiziari.

Diffuso in maniera eterogenea, il malcostume si staglia, soprattutto, nell’Asia meridionale e subsahariana. A dividersi il podio nell’assurdo primato delle nozze precoci sono Niger, 77%, Bangladesh, 71% e Chad, 69%. Sotto la lente d’ingrandimento della Commissione d’inchiesta del Parlamento Europeo, c’è, soprattutto, l’iter legislativo adottato dal Governo del Bangladesh, richiamato più volte ad un’attenta valutazione sulle eccezioni consentite riguardo all’età minima per sposarsi, stabilita, solo formalmente, in 18 anni per le donne e 21 per gli uomini. La discrezionalità nell’assegnazione di tali deroghe foraggia un’incertezza che apre scenari civili anarchici e moralmente discutibili.

Intervenuta sull’argomento, la Direttrice di “Girls not Brides”, Lakshmi Sundaram, ha precisato che “affrontare i matrimoni precoci ci dà l’occasione di prendere in esame tutta una serie di altre questioni, come ad esempio porre fine alla violenza contro le donne, assicurare l’istruzione ai bambini, o debellare l’AIDS”.

Il matrimonio: senza dubbio una delle più antiche istituzioni, le cui regole sono spesso determinate da ragioni di vario genere, di natura sociale, economica, politica e religiosa. A noi piacere ricordare, in questa sede, l’art. 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che così recita:

  1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.
  2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
  3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato. 

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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.