Perché partire? Perché affrontare il mare in condizioni brutali con il rischio di morire atrocemente? Perché abbandonare la propria terra? Perché esporre la propria intimità e i propri bisogni? Perché? Perché?
La storia di Badu. Perché partire? Perché affrontare il mare in condizioni brutali con il rischio di morire atrocemente? Perché abbandonare la propria terra? Dietro questi perché c’è sempre il sogno e il desiderio di una vita migliore e di un incontro che ridoni Vita.
Questa è una storia che parla di coraggio e di verità: della non accettazione di una realtà bugiarda, propinata e rifilata come l’unica verità possibile; della ricerca di una strada alternativa, di una verità autentica e non filtrata a seconda degli interessi di pochi; della voglia di fare Verità, di non custodirla segretamente, ma di condividerla, per renderla accessibile a tutti e farla diventare strumento di speranza.
“Buonasera, mi chiamo Badu Daniel Kofi e sono nato il 4 febbraio del 1998 nel villaggio di Akrobi in Ghana. Ho lasciato il mio paese di origine il 1 Giugno 2014 assieme a mio padre perché mio zio materno ha litigato con mia madre; mentre comodamente guardavo la tv nella mia cameretta, c’è stata una colluttazione e mio zio ha colpito violentemente in testa mia madre. Mia madre è stata portata in ospedale, ma è morta ugualmente. Quando mio padre è tornato dal lavoro e ha saputo dell’accaduto ha rintracciato mio zio e lo ha ucciso. Per spiegare la dinamica e descrivere questi atti di violenza vi lascio immaginare, perché ricordare mi fa troppo male. Ricordo solo che dopo qualche giorno la polizia cercava mio padre e anche me perché ero testimone dell’accaduto e per questo motivo abbiamo deciso di lasciare il Ghana la mia terra, la mia Africa.
Con mio padre abbiamo attraversato il Togo, il Benin e il Niger e dopo circa dieci giorni siamo arrivati in Libia dove abbiamo vissuto per un anno e sette mesi trovando lavoro come muratori e abitavamo presso una casa con altri sette conoscenti. Ma un bel giorno, dopo le fatiche del lavoro, fummo attaccati in casa da un gruppo terrorista ‘Asma Boys’, che volevano derubarci di tutto ciò che avevamo. Io fortunatamente con la complicità di mio padre riuscii a scappare. Mentre fuggivo risuonavano nelle mie orecchie spari di fucile. Solo qualche giorno dopo tramite alcuni conoscenti ho saputo che in quell’occasione mio padre fu sparato, ucciso, era morto.
Per questo ho deciso di scappare anche dalla Libia, un Paese fuori controllo a causa della guerra, di gruppi terroristici, che si contendono quartieri, territori, giacimenti, potere di controllo.
Sono arrivato in Italia il 20 ottobre 2015. Durante il viaggio ricordo quella sensazione di paura, causata dalla piccola dimensione della barca e delle tante persone presenti.
Al mio arrivo in Italia, sono stato inserito in una struttura di accoglienza straordinaria per richiedenti protezione internazionale, nella città di Modugno.
Il 24 novembre 2015 sono stato trasferito ad Andria nella ‘Casa Famiglia Educativa Hansel & Gretel della Comunità Migrantesliberi’.
Con gli operatori e i volontari della Casa Famiglia, intraprendiamo un percorso di rielaborazione del mio vissuto, perché le condizioni personali iniziali presentavano difficoltà relazionali, mi isolavo nonostante con me vivessero altri coetanei.
A favorire una mia rinascita sono stati i legami affettivi identificativi con le diverse figure professionali della Casa Famiglia Hansel & Gretel, e la partecipazione attiva ad iniziative ludiche, culturali e sociali.
Poco dopo il compimento dei 18 anni, sono stato trasferito in ‘Casa Famiglia San Vincenzo de’ Paoli’ dove attualmente risiedo, per un percorso di inserimento socio-lavorativo. Infatti qualche mese fa ho partecipato ad un corso di formazione presso l’Istituto Professionale Archimede di Andria dove ho conseguito un attestato di tecnico del fotovoltaico. Attualmente invece presto servizio presso la cucina del ristorante Est, come tirocinante. Nel frattempo svolgo attività di volontariato tutti i giorni presso la Casa di Accoglienza Santa Maria Goretti della Diocesi di Andria. Su mia personale richiesta ho seguito il corso di catechismo con gli animatori Stefano e Lella della Parrocchia Sant’Angelo, e durante la Veglia pasquale ho ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana (Battesimo, Comunione e Cresima).
Adesso a me non resta che valorizzare questa opportunità, per costruire il mio futuro di ragazzo, che vuole diventare uomo. Ora permettetemi questi ringraziamenti.
Ringrazio Dio per la mia vita e per come oggi mi permette di vivere. Dico grazie a don Geremia, Giuseppe, Santina, Davide, Maria Laura, Marco, Francesca, Dina, Antonio perché dal momento in cui sono stato accolto sono in debito. Perché accoglienza significa essere riconoscenti all’altro, al prossimo all’infinito.
Oggi chiedo a Dio Onnipotente di benedire tutti voi della Famiglia Comunità Migrantesliberi e di dare a voi molta intelligenza, molta simpatia, molta forza per continuare negli anni a venire a servire l’umanità”.
Di fronte alle storie personali di uomini, donne, bambini solcati dall’esperienza del dolore, crogiolate dalla fame, dalla tratta, dalla miseria, le grandi autorità, quanti sono preposti a ruoli di governo e amministrazione del fenomeno migratorio, prima di pianificare emergenze per la regolazione flussi e rispondere a futili dibattiti mediatici, dovrebbero considerare l’umanità come valore unico e fondamentale per una configurazione sociale motivata dal rispetto della vita, del diverso, dello straniero, del migrante.
Per cui i difensori della morale etica pura e bigotta, prima di strenue difese costruite con slogan e tante belle parole a favore di dottrine a salvaguardia della vita, onorino e rispettino queste vite, cariche di significato e virtù, che costantemente ci interpellano ad una nuova interpretazione sociale e culturale a cui la storia è chiamata a dare risposte concrete e reali di certo non di distruzione e morte.
“Hi, my name’s Badu Daniel Kofi and I was born on February, 4th, 1988 in the little village of Akrobi, Ghana. I left my native country on June, 1st, 2014 with my father because my motherly uncle had a quarrel with my mother; while I was confortably watching TV in my bedroom, my uncle violently hit her on the head. They took my mother to the hospital, but she died. When my father got back from work and heard that, he found my uncle and killed him. My memories still give me pain. I can only remember that some days later police wanted my father, and me too, because I was a witness, and that’s why we decided to leave Ghana, my land, my Africa.
We went through Togo, Benin and Niger, and after ten days we got to Libya, where we lived for a year and seven months working as builders and sharing a house with seven people. But one day, after work, we got attacked by the terrorist group ‘Asma Boys’, who wanted to steal us everything we had. Fortunately, my dad and I were able to run away. I heard rifle gunshots while I was running. Just a few days later, I came to know form some people I knew that my father had been shot and killed. He was dead.
That’s why I decided to run away from Libya as well, an out of control Country because of war and terrorism. I arrived in Italy on October, 25th, 2015. I remember I felt afraid during the journey, because the boat was small and there were a lot of people on it. When I arrived, I stayed in a welcome structure for international refugees, in the city of Modugno. On November, 24th, 2015 I moved to Andria, to the ‘Hansel & Gretel Educative Group Home’, hosted by the community Migrantesliberi.
With volunteers and operators of the Group Home I started to talk about my past, even though at the beginning I used to stay by myself even if I lived with a lot of people. It helped me a lot taking part to games, cultural and social activities.
After I got 18 years old, I moved to ‘San Vincenzo de Paoli Family House’, where I live now, in order to get a job. In fact, some months ago I attended a professional course at the Professional Institute ‘Archimede’ in Andria, and I became a photovoltaic technician. Now I’m working as a trainee in the kitchen of a restaurant named ‘Est’. I’m also volunteering at ‘Santa Maria Goretti Welcome House’ of the Andria bishopric. As I asked for, I attended a course of catechism, and during the Easter Eve I got the Christian Initiation Sacraments (Christening, Holy Communion and Confirmation).
All I have to do now is taking this opportunity to build my future, the future of a boy who wants to become a man. Now, I’d like to say some thanks.
I thank God for my life and for how He makes me live nowadays. I thank people from the community for welcoming me: I’m in debt with them, because acceptance means being grateful to others.
Today I ask Omnipotent God to bless all of you from Community Family ‘Migrantesliberi’ and to give you a lot of cleverness, pleasantness and strength to keep serving humanity in future years”.
(traduzione a cura di Giuseppe Marinacci)