Conosciamone i benefici e proviamo la ricetta per la lasagnetta agli asparagi

In questo periodo l’asparago selvatico è il fiore all’occhiello nel periodo primaverile. Oltre a coltivarlo, lo troviamo nelle zone boschive fino a 1300 metri. Regna in particolare anche sulla Murgia accanto a dei muretti a secco con enormi cespugli pungenti dove l’asparago è protetto dagli animali, tranne che dall’uomo! Il germoglio della pianta è presentato come un lungo stelo legnoso di colore verde, la cui cima assume delle sfumature violacee e prende il nome di turione.

Come per la raccolta dei funghi, anche per gli asparagi, in alcune regioni tipo in Veneto, Lazio e Toscana, hanno regolarizzato la raccolta degli asparagi per preservare la pianta a causa della scelleratezza dell’uomo.

Dal punto di vista nutrizionale, sono ricchissimi di acqua, circa il 90%, hanno una bassa percentuale di calorie (solo 25 ogni 100 grammi) tanto da essere spesso presenti nelle diete. Sono ricchi di vitamine A (indispensabile contro i radicali liberi), B, C, E (proprietà antiossidanti) e K. I minerali presenti sono potassio, magnesio, ferro, calcio e fosforo.

Ma attenzione alle abbuffate: l’eccesso a causa dell’acido urico provoca problemi a chi soffre di gotta, problemi renali e infiammazioni all’apparato urinario.

Questo vegetale era conosciuto dai tempi degli Egizi, tanto da coltivarlo in tutto il bacino mediterraneo, ebbe il suo exploit quando Plino il Vecchio lo definì afrodisiaco. Si diffuse in Europa e nel Medioevo veniva utilizzato come pianta terapeutica (depurativa e diuretica), invece, fu apprezzato in Francia per le sue proprietà, tanto ch, Re Sole fece erigere un obelisco a Versailles in onore del suo giardiniere che riuscì a coltivare asparagi tutto l’anno, mentre Napoleone III lo utilizzava pensando che fosse persino una sorta di viagra naturale.

Agli inizi dell ‘800 ne andava matto il generale prussiano Bismak amante della cucina iperproteica, tanto che il suo motto fu: «chi lavora molto deve anche nutrirsi bene ed innaffiare il tutto». Una frase che racchiude benissimo il suo piatto preferito, ancor oggi conosciuto come “Bistecca alla Bismak”. Gli ingredienti erano bistecca, uova fritte e asparagi. Innaffiava il tutto con un bel boccale di birra! Essendo un piatto molto proteico, molti hanno pensato di rivisitarlo, servendo uova e asparagi.

Nella letteratura possiamo citare Marcel Proust nella sua opera intitolato “Alla ricerca del tempo perduto” parla spesso di asparagi, uno dei suoi ingredienti preferiti, descrive la bellezza e l’autenticità dei colori degli asparagi sulla tavola e successivamente accenna i sui benefici e proprietà diuretiche durante la notte.

Nell’arte, Giovanni Segantini nel 1886 nel suo dipinto intitolato “Natura Morta” raffigura in primo piano un fastoso mazzo di asparagi.E ora passiamo ai fornelli:

in cucina quello che vi propongo è una lasagnetta bianca condita solo con besciamella; tra uno strato e l’altro, aggiungiamo dei gamberetti sgusciati crudi, asparagi tagliati a rondelle (sbollentati in precedenza in acqua) e mozzarella tritata. Una volta predisposti i diversi strati, aggiungiamo del formaggio grattugiato insieme ad una panure di tarallo e pistacchi. Cuciniamo il tutto in forno a 200 C°.

A cottura ultimata, lasciamo riposare il piatto una mezz’oretta, dopodiché sua maestà la lasagnetta agli asparagi è pronta per essere degustata.