Annegare nella noia da pensionato o leggere di bimbi annegati? Forse è meglio l’indifferenza…

Mi mancava il lavoro, quello che coinvolge tutti i muscoli del corpo e non solo quello del cervello, sì, il cervello che è un muscolo e che non bisogna si atrofizzi come altre parti del corpo, privandolo di movimenti, esercizi.

Uno va in pensione e “smette” di lavorare, ma è meglio che si cerchi, oppure s’inventi, un impegno alternativo: giusto per non disabilitare il fisico e la mente. Credevo che mi sarei riposato, andando in pensione, ma è stata una mal pensata. Ho sentito presto che non sarebbe durata a lungo la pausa appena iniziata poiché stavo già pensando a cosa fare… Ora, tra i tanti impegni e la mole di lavoro, noto che è riapparsa la stanchezza, pur se devo mettere in conto la mia età. La lettura e lo scrivere, grazie a Dio, mi tengono in forma la memoria, quel tanto da non farmi sentire impreparato nel dare risposte a domande: intelligenti o stupide che siano. Non sempre, però, ci son risposte da dare. Nemmeno uno se le aspetta quando cade nella routine e ogni evento è dato per scontato e si abitua, accettando, ogni tipo di situazione, di fatalità.

È di questi giorni la conta dei tanti bambini annegati durante la fuga per la salvezza, ma che li ha disillusi. Morire per salvarsi. È il tragico paradosso al quale, molti di noi non fanno più caso: uno, due, tre…settecento e così via. Solo si conta per fare statistica, ma non certo per fermare lo scempio. Qualcuno direbbe: ‹‹A noi non ci tocca!›› Allora non ci resta che aspettare la Santa Pasqua: coi regali, la colomba, la bottiglia con le bollicine… nessun riferimento a quelle che emanano coloro che stanno annegando…

Quale tristezza maggiore ci potrebbe involvere?! Altro che Pasqua! Sarebbe fasulla, meschina in un contesto d’incessanti, interminabili olocausti. Pure il Cristo si guarderebbe dallo scendere dalla croce.


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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.