
Ho tentato, mi sono messo nei tuoi panni, ho contato i tuoi sforzi…
Ti ho parlato a lungo, Angelo spezzato. Dio se l’ho fatto! Ho indagato tra gli ultimi sguardi di foto mascherate di socievolezza, ho cercato di capire, ho ignorato il pettegolezzo, ho puntato alla passione per quest’arma a doppio taglio che molti, in maniera forse riduttiva, chiamano vita.
Eppure, Angelo spezzato, in queste quattro lettere c’è la vastità del Paradiso. Ho immaginato tu fossi credente, ho ponderato un sostantivo che son certo si attagli perfettamente alla tua attuale essenza.
Ti basti sapere questo, Angelo spezzato, vita e Paradiso non si escludono a vicenda, si incastrano per trovare punti di contatto. Ecco, possiamo definire questa intersezione “felicità”, è fugace, naturalmente, ma rende sopportabile l’idea che binari e rette parallele non si incontrino mai.
Ho provato a raggiungerti a ritroso, un viaggio indietro nel tempo, per trasformare il tuo tempo in un dono, il più grande di tutti, il più importante, qualcosa da non sprecare inutilmente.
Ho tentato, mi sono messo nei tuoi panni, ho contato i tuoi sforzi, ponderandone misura ed intensità. Essere a pieno ci limita, ci paragona all’infinito e, naturalmente, ci fa perdere.
Te lo dice uno che con la sconfitta ci convive, uno a cui nessuno ha giustificato la disabilità, perché, in fondo, non si può motivare la difficoltà di un percorso. Destino o contingenza, chi può dirlo, ma tu, Angelo spezzato, mi hai dimostrato che si può essere liberi sempre, fino all’ultimo, scegliendo la propria colonna sonora, il proprio saluto d’addio.
Le cuffiette hanno illuso i tuoi pensieri, la musica come ponte di passaggio, una scorciatoia per la quale avresti solo dovuto chiedere aiuto. Io l’ho fatto, Angelo spezzato, temendo di svilire il mio orgoglio e scoprendo, successivamente, quanto mi sbagliassi.
Non ho creduto all’irrimediabilità del tuo passo, ho sperato nel dopo, apprezzando il valore del qui e ora. Se solo ti avessi conosciuto prima, Angelo spezzato! Superba da parte mia la convinzione di poter cambiare direzione o coincidenza a quel treno, ma di sicuro ti avrei invitato a salirci per ammirare il Mondo da un finestrino, differente prospettiva, telescopio di batteri da debellare come pensieri.
Ecco lo scopo del viaggio, qualunque esso sia. Alleggerirsi e accorgersi che a tutto c’è rimedio, distruggendo e ricomponendo i pezzi di un ingranaggio che ci faccia volare in alto, là dove sei tu, Angelo dal cuore spezzato!