Domenica 22 Febbraio, sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles, sono stati assegnati i premi Oscar 2015. La premiazione è stata seguita in diretta in oltre 200 Paesi in tutto il mondo, nonostante il fuso orario, tenendo sveglia l’Italia fino alle sei del mattino.

I riflettori sugli Oscar 2015 si sono accesi intorno alle 23 (ora italiana) per dare spazio alle interviste con le star e ai commenti sugli abiti delle attici. Sulla passerella del Red Carpet hanno lasciato il segno Lupita Nyong’o (Oscar lo scorso anni per 12 anni schiavo), con 6000 perle cucite sul suo abito; Dakota Johnson, protagonista del discusso film Cinquanta sfumature di grigio, arrivata in compagnia della madre, Melanie Griffith; Emma Stone, in concorso come Migliore attrice non protagonista, incoronata probabilmente come la più elegante tra tutte le sue colleghe; e infine l’attesissimo Bradley Cooper, candidato come Miglior attore protagonista per American sniper.

La cerimonia di consegna inizia puntuale alle 02:30, quando l’incredibile padrone di casa Neil Patrick Harris apre lo spettacolo con un pezzo musicale dedicato alle passate edizioni degli Oscar. Ad accompagnarlo in questa apertura c’è l’attrice e cantante Anna Kendrick, con il contributo dell’imprevedibile Jack Black.

La serata è finalmente cominciata, ma la strada per l’assegnazione delle 24 statuette è lunga. Andiamo con ordine.

La prima categoria premiata è quella di Miglior attore non protagonista: J. K. Simmons riceve l’Oscar per Whiplash, confermando i pronostici. L’attore ringrazia con un bel discorso sull’importanza dell’affetto per i genitori.

Prima esibizione musicale. Sul palco Adam Levine, accompagnato da tutta la band dai Maroon V, canta Lost Stars, che concorre come Migliore canzone per il film Begin again – Tutto può cambiare.

Le premiazioni riprendono. Miglior trucco e acconciatura: il premio viene assegnato a Frances Hannon e Marc Coulier per Grand Budapest Hotel.
L’Italia sale sul palco rappresentata da Milena Canonero, vincitrice nella categoria Migliori costumi per Grand Budapest Hotel. L’attrice è al suo quarto Oscar dopo Barry Lyndon (1976), Momenti di gloria (1982), e Marie Antoinette (2007).
Miglior film straniero: il regista polacco Pawel Pawlikowski vince con il suo film Ida.

Ancora un’esibizione musicale: Tegan&Sara cantano Everything is Awesome tratto da The Lego Movie, in concorso come Migliore canzone per il suddetto film.
Neil si aggira in platea, scherza e coinvolge il pubblico, anche l’attore Steve Carell, candidato come Migliore attore protagonista per Foxcatcher, e Edward Norton, candidato come Miglior attore non protagonista per Birdman.

Si torna sul palco e viene premiato il Miglior cortometraggio: The Phone Call, di Mat Kirkby e James Lucas. Invece, per la categoria Miglior cortometraggio documentario vince Crisis Hotline: Veterans Press 1, per la regia di Ellen Goosenberg Kent e Dana Perry.

Tim McGraw porta sul palco I’m not gonna miss you, altra candidata come Migliore canzone per il film documentario Glen Campbell: I’ll be me. Qando lo spettacolo riprende, Neil ci regala uno dei momenti più divertenti della serata: la gag prevede che la sua vestaglia rimanga incastrata nella porta del camerino, ma, dato che “the show must go on”, l’irriverente Harris si presenta sul palco in mutande come omaggio a Michael Keaton in Birdman.

L’Oscar per il Miglior sonoro va a Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley per Whiplash, mentre il Miglior montaggio sonoro vede vincitori Alan Robert Murray e Bub Asman per American sniper.
Confermando ancora una volta le previsioni, Patricia Arquette vince nella categoria Miglior attrice non protagonista per il suo ruolo in Boyhood. L’attrice porta sul palco la questione femminile e i diritti delle donne, che ancora oggi vengono discriminate in ambiente lavorativo, raccogliendo gli applausi delle sue colleghe, prima tra tutte Meryl Streep.

Rita Ora canta Grateful, brano che concorre come Miglior canzone per il film Beyond the lights.

Interstellar vince con Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher per la categoria Migliori effetti speciali.
Il premio per il Miglior cortometraggio d’animazione viene assegnato a Patrick Osborne per Feast. Rimanendo in tema, l’Oscar per il Miglior film d’animazione viene assegnato a Big Hero 6, per la regia di Don Hall e Chris Williams, che batte il grande favorito Dragon trainer 2 di Dean DeBlois.
Ancora un Oscar per Grand Budapest Hotel: Adam Stockhausen e Anna Pinnock vincono il premio per la Miglior scenografia.
Per la categoria Migliore fotografia vince invece Emmanuel Lubezki per Birdman. Si tratta del secondo anno consecutivo per Lubezki, che l’anno scorso vinse nella stessa categoria per Gravity.

Come da tradizione, arriva il momento di commemorare i personaggi del mondo del cinema scomparsi nell’ultimo anno. Meryl Streep, nominata agli Oscar per ben diciannove volte, presenta l’omaggio In Memoriam, in cui vengono ricordati dei grandissimi nomi, tra cui Gabriel García Márquez, Robin Williams e Virna Lisi. Un po’ di indignazione per l’assenza di Francesco Rosi in questo commovente omaggio.
Dedicata a tutti questi uomini e donne è I can’t let it go, cantata da Jennifer Hudson.

Si ricomincia ad assegnare i premi con il Miglior montaggio: l’Oscar va a Tom Cross per Whiplash.
Subito dopo tocca al Migliore documentario: vince Citizenfour di  Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy e Dirk Wilutzky, basato sulla storia di Edward Snowden e lo scandalo della NSA (National Security Agency).

Octavia Spencer ricorda che 47 anni fa la cerimonia degli Oscar fu rinviata, caso unico nella storia, per la morte di Martin Luther King. John Legend e Common cantano sul palco Glory, ultimo brano in gara per la categoria Migliore canzone, per il film Selma, tributo al leader dei diritti civili. Il momento è estremamente commovente, tutto il teatro è in piedi e tanti tra il pubblico non resistono alle lacrime.

Non può che andare così: l’Oscar per la Migliore canzone va proprio a Glory per il film Selma.

Scarlett Johansson rievoca il grande successo del film Tutti insieme appassionatamente e chiama sul palco Lady GaGa. In un look insolitamente sobrio, la cantante statunitense si esibisce alcuni brani tratti dal celebre film e infine, visibilmente emozionata, accoglie sul palco la protagonista Julie Andrews, pronta ad annunciare il vincitore della categoria successiva.

Miglior colonna sonora: Alexandre Desplat vince l’Oscar per il film Grand Budapest Hotel. Il compositore francese era in nomination nella stessa categoria anche per The imitation game.
Per la Migliore sceneggiatura non originale vince Graham Moore per The imitaion game. Il discorso pronunciato dallo sceneggiatore è molto toccante: racconta del suo tentato suicidio all’età di sedici anni perché sentiva di essere “strano” e di “non appartenere a nessun posto”, ma invita tutti a sentirsi a proprio agio anche se ci si sente strani, perché tutti hanno il loro posto nel mondo.
La Migliore sceneggiatura originale, invece, va a Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo per Birdman.
Iñárritu incassa anche il premio per Migliore regia con il suo Birdman. Il regista ringrazia tutti quelli che lo hanno accompagnato nel lungo percorso di realizzazione di questo film e rivolge un pensiero speciale al suo paese, il Messico, augurandosi che i messicani che vivono in America smettano di subire ingiustizie.

La tensione cresce per le ultime tre categorie, i premi più ambiti e gli Oscar più attesi in tutto il mondo.

Miglior attore protagonista: tra Steve Carell per Foxcatcher, Benedict Cumberbatch per The imitation game, Michael Keaton per Birdman, Eddie Redmayne per La teoria del tutto e Bradley Cooper per American sniper, vince l’Oscar come Miglior attore protagonista Eddi Radmayne. L’attore britannico ritira il premio visibilmente emozionato e tra i suoi ringraziamenti spiccano quelli per la famiglia Hawking.

Migliore attrice protagonista: in gara ci sono Marion Cotillard per Due giorni, una notte, Rosamund Pike per Gone girl – L’amore bugiardo, Julianne Moore per Still Alice, Felicity Jones per La teoria del tutto e Reese Witherspoon per Wild. L’Oscar per la Migliore attrice protagonista viene assegnato a Julianne Moore, che simpaticamente auspica che le voci che girano sul vincere un Oscar siano vere, cioè che allunghi la vita di almeno cinque anni. Infine dedica la sua vittoria a tutte le famiglie dei malati di Alzheimer.

Miglior film: Sean Penn sale sul palco per l’ultima categoria in gara, in cui concorrono Birdman di Alejandro González Iñárritu, American sniper di Clint Eastwood, Boyhood di Richard Linklater, Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, The imitation game di Morten Tyldum, Selma – La strada per la libertà di Ava DuVernay, La teoria del tutto di James Marsh e Whiplash di Damien Chazelle. Vince l’Oscar come Miglior film il super favorito, Birdman, e sul palco salgono tutti, dal regista agli attori, al direttore di fotografia.

Cala il sipario sul palco del Dolby Theatre quando ormai in Italia sono le sei del mattino. Ma non per Hollywood! A Los Angeles tutte le stelle del cinema, vinti e vincitori, lasciano il teatro per andare a festeggiare insieme per tutta la lunga notte degli Oscar.