Adagio il capo sul tuo seno

E ritorno fanciullo.

 

Già sento l’effluvio della tua carne;

Del fiato impalpabile

Ch’io tento a custodire

Affinché mi scaldi d’amore

Nelle notti di plenilunio

Quando non si placa, in me,

Il freddo e il timore di distacco

E la zolla del campo

Non sgrava più il miglio.

 

Adagio il capo sul tuo seno

E ritorno gioioso.

 

Avverto della strada percorsa,

Di quant’acqua ho bevuto

Dalla coppa delle tue mani;

Delle carezze ricevute

Nell’umiltà della sera;

Delle speranze aperte e

Felicemente attese…

Sì che ancor parmi di volare:

Con le mie ali spezzate.

 

20/09/22


FontePhotocredits: Foto di HWMedia da Pixabay
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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.

1 COMMENTO

  1. Bellissima lirica che mi evoca una struggente e sensuale poesia di Alda Merini.

    Grazie.

    Domenico Dalba

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