
Adagio il capo sul tuo seno
E ritorno fanciullo.
Già sento l’effluvio della tua carne;
Del fiato impalpabile
Ch’io tento a custodire
Affinché mi scaldi d’amore
Nelle notti di plenilunio
Quando non si placa, in me,
Il freddo e il timore di distacco
E la zolla del campo
Non sgrava più il miglio.
Adagio il capo sul tuo seno
E ritorno gioioso.
Avverto della strada percorsa,
Di quant’acqua ho bevuto
Dalla coppa delle tue mani;
Delle carezze ricevute
Nell’umiltà della sera;
Delle speranze aperte e
Felicemente attese…
Sì che ancor parmi di volare:
Con le mie ali spezzate.
20/09/22
Bellissima lirica che mi evoca una struggente e sensuale poesia di Alda Merini.
Grazie.
Domenico Dalba