Non solo a san Valentino…

Guarda, non c’è niente su questa terra, sull’Acropoli e oltre le colonne d’Ercole che mi interessa più di te. Perché non c’è forse niente senza di te. Il punto è che ti adoro, ti aspetto, ti guardo e sempre mi lasci senza fiato. Ma tanto tanto sai. Perché non hai confini, non hai misure, non hai vergogna. Non hai luogo eppure, abile trasformista, appari dove ti va. La cosa importante è la sorpresa. Fai dunque strage di cuori. Dovresti raccogliere le lacrime che scendono per te, ne faresti un fiume più lungo del Nilo. Vabbè, dici,  che te ne fai di un fiume. E allora potresti costruire templi con le forze che togli, renderti utile.  Ho visto uomini ridotti a cenci, donne a letto peggio che malate solo perché eri andato via. Egoista che non sei oltre. E ipocrita. Sì perché ti glori dell’ebrezza che dai, ti pavoneggi  tronfio. Ti adori. Irresponsabile ecco cosa sei. Butti in aria e non raccogli. Un passo veloce, un fremito spiumacciato di aria e sei  altrove, a lanciare dardi a caso.

Lo so che c’è chi si mette in condizioni.

Facciamo un patto, tu ti levi di torno per un bel po’ e io mi siedo serena. Niente noia di giornate uggiose, nessun piagnisteo del tempo che passa invano. Non scomoderò il carpe diem. Giuro, sarò brava.

E tu sarai rispettoso. Come la dolce Psiche non poté vedere il tuo volto, dimmi perché tu debba scrutare il mio: coi  solchi del tempo, coi capelli di Medusa, con lo strabismo di Venere.  Non ci vedi? Per la vista ora abbiamo gli occhiali, aggeggi di ultima fattura che faranno stranire Vulcano, necessari agli occhi, soprattutto degli arcieri.

Non mettere il broncio, sempre bambino sei e  resti. Copriti quindi che fa freddo . Fa freddo anche qui, stagioni a parte,  Zefiro non desiste.  Dovessi ammalarti poi  io non lo reggo.

Va bene, lasciamo le cose come stanno da millenni, che  le Parche tessano pure il filo. In fondo sei figlio di una madre avvenente e impicciona e di un padre che sputa lapilli. Forse è pure tanto il risultato

Io, a socchiudere appena gli occhi del passato, ricordo perfettamente il momento del nostro incontro che vale due lustri di tedio e di più ancora. È stato bello. Per cui come vedi è un parlare il mio, al vento e al mare, agli uomini e agli dei.

Ci si vede alle calende greche?

Non rispondere, scuoti pure i riccioli biondi e sorridi come solo tu sai fare, piccolino.