Servire e non servirsi…

Ad Assisi, nella Basilica inferiore, si trova un’opera chiamata “Allegoria della Povertà”. In quest’opera Gesù, circondato da una schiera angelica, celebra il matrimonio di Francesco con Madonna Povertà.

È bello notare come, in basso a sinistra, un giovane che sta donando un mantello a un povero, è richiamato da un angelo a guardare la vera Povertà. Ad essere invece arrabbiati con Povertà sono un cane che, non lontano, gli abbaia. Un giovane, vicino, le tira sassi e un ragazzo avvicina un fascio di spine sui piedi nudi della sposa per ferirla. Ma quelle spine, crescendo, diventano una splendida corona di gigli e di rose che avvolge la bella sposa.

Tutti i beni offerti ai poveri che il Poverello ha donato, invece, sono accolti dal Padre Eterno, come dati a Lui. È interessante notare anche il lato sinistro, dove un angelo richiama tre persone che danno le spalle al matrimonio.

Credo che mai come oggi sia importante riflettere sulla vera povertà, quella dove Cristo è presente. La povertà di Francesco è equivalente al suo amore per Gesù. Tanti “angeli” dovrebbero invitare a guardare questa povertà, anche se disprezzata e ferita. È questa la vera ricchezza che lega a Cristo, quel dono autenticamente gradito a Dio.

Non ci sono rose senza spine, ma senza amore non c’è Cristo. I poveri non solo dovrebbero essere serviti, altrimenti ci si serve di loro; ciò che conta veramente è amarli.