«La storia non smetterà mai di insegnarci il futuro».

Questo è il motto che da ventisei anni caratterizza la storica band pugliese, i Radicanto, protagonisti del nuovo attesissimo album “Alle Radici del Canto”, edito dalla casa discografica VISAGE Music e sostenuto dal contributo di Puglia Sounds, una raccolta di dodici brani che intende esplorare la musica del Mediterraneo con la forma “canzone”, ripensandola in chiave d’autore e acustica.

Il nuovo “Alle Radici del Canto” altro non è che un percorso diacronico attraverso i tòpoi della tradizione viva pugliese e del Mediterraneo, pennellando  confini, leggende, luoghi sonori ed itinerari dell’anima.

Le canzoni contenute nell’album approdano a terre inesplorate a mo’ di ballata, per raccontare memorie rielaborando il patrimonio della tradizione popolare, un incessante dialogo con la vita fatto di storie rurali, uomini che vivono sul precipizio della discordia che, però, funge da antidoto alla guerra. L’ascolto di “Alle Radici del Canto” è un ascolto interiore, del confronto interculturale all’insegna dell’ethos che trova la sua naturale risonanza nella Magna Grecia.

Al canto della splendida voce di e Maria Giaquinto, si uniscono le armonie affidate alle chitarre di Giuseppe De Trizio e le parti tematiche dei timbri di Adolfo La Volpe (chitarra elettrica e bouzouki), dei sassofoni di Claudio Carboni e della fisarmonica di Giovanni Chiapparino. Alla batteria si affiancano le percussioni come il cajon e i timbri dei tamburi a cornice suonati da Francesco De Palma, mentre al contrabbasso troviamo Giorgio Vendola. Ospiti al canto sono Raiz in “Tu sola”, Nando Citarella in “A’ devozione” (anche in qualità di coautore), e Stefano Saletti in “Ebla”. Il disco contiene il brano “Tu sola”, composta da Raiz e Giuseppe De Trizio, colonna sonora del cortometraggio “Destinata coniugi lo giglio” vincitore del Premio Nastri D’Argento 2022.

«Alla “caccia alle streghe”», afferma la band, «noi intendiamo opporre l’insegnamento di Gustav Mahler: “coltivare la tradizione vuol dire alimentare un fuoco e non venerare le ceneri”».

Un viaggio tra folk, rock, jazz, un imprimatur di vocalità e timbri sia delle percussioni che degli strumenti a corda, mantice, fiati e plettri.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.