La conosciamo davvero? E quando dobbiamo preoccuparci? Cosa fare se abbiamo una pressiona alta oppure bassa?

La conosciamo davvero? E quando dobbiamo preoccuparci? Cosa fare se abbiamo una pressiona alta oppure bassa?

Oggigiorno, ci capita spesso assistere alla misurazione della pressione arteriosa, specie quando una persona subisce un mancamento o ha giramenti di testa, o semplicemente è anziana ed ha bisogno di controlli di routine. Ma in cosa consiste tale pressione e quali sono i problemi che possono scaturirne?

Essa non è altro che la misurazione della forza con cui il sangue fluisce all’interno dei vasi del nostro organismo. Nel caso taluni valori siano sopra il livello soglia, la pressione arteriosa diviene una delle principali cause di attacchi infartuali ed ictus.

La pressione arteriosa è costituita da due valori: la massima, definita anche pressione sistolica, è quella misurata nel momento in cui il cuore si contrae, la minima, definita anche pressione diastolica, è quella misurata quando il cuore si rilassa tra una contrazione e l’altra. I vari problemi nascono da alterazioni, in queste misurazioni, che superino i valori soglia minimi e massimi. Infatti, potremmo avere problemi scaturiti sia in seguito ad una pressione alta, sia in seguito ad una pressione bassa, mentre i valori normali espressi in mmHg si aggirano tra i 120 e 130 per la massima, e 75 e 85 per la minima.

La pressione alta è definita anche col termine di ipertensione arteriosa, entra in gioco nel momento in cui la pressione sistolica supera i 140 mmHg e la diastolica i 90 mmHg (pre-ipertensione), fino a progredire in una ipertensione di primo, secondo, e terzo stadio ove vi è una crisi ipertensiva in quanto la massima è oltre i 180 mmHg e la minima è superiore ai 110 mmHg. In caso di qualsiasi ipertensione arteriosa è indispensabile rivolgersi urgentemente a un medico perché c’è un alto rischio per la vita, o perlomeno una normale pressione alta può dare problemi cardiovascolari di medio-lungo termine. Si può soffrire anche di ipertensione sistolica isolata, in cui la massima è oltre i 140 mmHg e la minima inferiore ai 90mmHg.

Ma anche la pressione bassa non va sottovalutata. Nel pensare comune molte volte si sbaglia, in quanto si crede che la più basso sia il valore della pressone, tanto migliore sarà la vita del soggetto: niente di più errato. Infatti, una pressione arteriosa con valori troppo bassi causa sintomi, il più comune è un mancamento, che possono interferire nelle normali attività della vita quotidiana.

Infine, ecco qualche indicazione per una misurazione attendibile:

– Orario: è importante misurare la pressione sempre negli stessi orari, in particolar modo chi assume farmaci antipertensivi deve effettuare una misurazione al mattino ed una nel tardo pomeriggio prima di assumere farmaci.

– Posizione: occorre stazionare in posizione seduta, con la schiena appoggiata allo schienale, il braccio su cui si effettuerà la misurazione ben appoggiato su di una banco all’altezza del cuore. Il bracciale deve essere aderente al braccio ma non stringerlo troppo. Per capire quanto stringerlo, è necessario che si possano infilare due dita tra braccio e bracciale.

– Riposo: è consigliabile programmare un riposo di almeno 5 minuti prima della misurazioni, in modo tale che movimenti fatti fin a quel momento non abbiamo sballato le misurazioni. La misurazione va effettuata 2-3 volte, in modo tale che sia più attendibile possibile, con intervalli di 1 minuto.

– Digiuno: occorre attuare le misurazioni a digiuno o almeno 3 ore dopo l’ultimo pasto, poiché la digestione richiama sangue nella zona addominale, abbassando la pressione. Oltre a ciò non bisogna assumere tè, caffè e sigaretta o fare in modo che sia passata almeno un’ora dall’ultima assunzione, in quanto la teina, la caffeina e la nicotina alterano i valori pressori.

Per regolare la propria pressione arteriosa, un coadiuvante della terapia farmaceutica è l’assunzione di alcune erbe come il biancospino e il vischio, le quali hanno proprietà ipotensive e cardioprotettive, poiché aumentano la forza contrattile cardiaca e normalizzano le alterazioni delle funzionalità del sistema cardiovascolare.