Soldi o legami?

Ho sempre ritenuto stucchevoli le partecipazioni ai matrimoni.

Ho sempre indossato i panni dell’invitato, panni costosi corredati di ingenti somme di danaro da riporre nella fatidica busta a mo’ di spontaneo regalo.

Ho sempre considerato sfacciate quelle coppie che, pur non facendosi sentire per anni, mi si presentavano al citofono con il desiderio, forse interessato, di avermi alla loro festa.

Da qualche tempo, però, ho cambiato prospettiva, ho esaminato la questione da un altro punto di vista: cosa penserei se fossi io lo sposo?

Il concetto di amicizia sarebbe auspicabile anche a parti invertite. Mi darebbe, certamente, fastidio incassare il rifiuto di persone con cui ho condiviso tanto, persone che hanno sfruttato quella compagnia pur d non restare sole in determinate occasioni.

Non presenziare alle nozze dei nostri amici non è solo una mancanza di rispetto, ma è la dimostrazione di quanto per noi i soldi contino più dei legami.

“Vorrei ma non posso” varrebbe come scusa solo se indossaste stracci da minatori del Quebec o se rinunciaste alle obbligate ferie estive, testimoniate da lampadati selfie in riva ad orgiastici happy hours.

Facile essere vicini al dolore di un amico, tremendamente difficile è essere vicini alla gioia di un amico, quello sì che vi renderebbe finalmente social.


FontePhoto by Álvaro CvG on Unsplash
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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.