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La vita di Leonardo è stata un interminabile procedere e avanzare

Il 2 maggio del 1519, all’età di sessantasette anni, si spense il grande Leonardo da Vinci. L’Italia e il mondo celebrano il grande ispiratore del metodo scientifico. Leonardo è stato ingegnere, scultore, architetto, idraulico, musicista, regista, pittore e tanto altro. Le cronache parlano di un uomo bellissimo che vestiva alla moda. Non pochi hanno detto di lui che era un genio e capolavoro della natura.

Il Vasari, primo storico dell’arte, nella sua opera, lo descrive come un uomo di bellezza, grazie e virtù. Nasce in una cascina, in una frazione vicino a Vinci, il 15 aprile 1452. Fu un figlio illegittimo, cosa abbastanza diffusa e naturale nel Rinascimento. Già da bambino, poiché molto curioso, mandava il maestro in confusione. Essendo mancino, per non sporcare i fogli, la sua calligrafia andava da destra a sinistra, anche se grammaticalmente non è corretto.

La sua università sarà la bottega del Verrocchio. Lì impara l’anatomia, a fondere il bronzo, la bellezza della musica, la scienza, la matematica. In quella bottega, con lui, ci sono tanti geni che hanno fatto scrivere la storia dell’arte. Leonardo era un grandissimo affabulatore, suonava la lira, cantava e componeva. Essendo illegittimo, non ossequioso del potere ed omosessuale, ebbe non poche difficoltà per molto tempo ed anche tante delusioni.

Nel 1481 dipinge l’adorazione dei Magi (oggi agli Uffizi), immaginando 60 personaggi, ma ne rappresenta 30, con espressioni tutte diverse. Per il fatto che non conclude l’opera, poiché molto attento ai dettagli, inizia a farsi la fama di “genio inconcludente”. In tasca portava sempre un taccuino dove annotava di tutto. Costruisce un catalogo di tratti fisionomici, come ad esempio 21nasi diversi. Dai suoi appunti si trovano interessanti liste. La sua curiosità era a 360°. A Milano, il Moro gli fa dipingere le opere delle amanti e un musico di corte. Splendidi erano gli spettacoli in occasione dei matrimoni, dalla scenografia alla messe in scena, dagli effetti speciali agli animali meccanici.

A furia di studiare per capire l’uomo, guarda ogni cosa come se fosse la prima volta. A differenza dell’immutabilità platonica, pone al centro l’osservazione, anticipando di un secolo il metodo scientifico di Galilei. Egli si definisce discepolo dell’esperienza; ritiene dannoso ciò che non passa per una conoscenza diretta. Egli non forza i fatti, li osserva e trae delle conseguenze. Sappiamo che, quando si serviva di modelle, Leonardo le attorniava di musici, per ravvivare l’attesa e la gioia dei volti. È risaputo che amava la Gioconda per i veli sottilissimi di pittura, per questo non lo consegnerà mai. Studioso delle espressioni, del corpo, dei movimenti soprattutto delle mani entrava nei moti umani. Insegnava ai suoi discepoli che i sordomuti parlano con tutta la loro persona essendo, per la loro condizione, veri maestri dei movimenti.

Sarebbero migliaia le notizie su Leonardo, sugli anni passati a Firenze, Roma e poi a Milano, dal Moro, ma più ancora dal re di Francia Francesco I, nelle cui braccia sarebbe morto. Dalla Gioconda all’Ultima Cena, dalla battaglia di Anghiari, critica fortissima a tutte le guerre, alle progettazioni delle sue macchine, dallo studio del vento, dell’acqua e del movimento, a dire di molti, nella storia dell’umanità, non c’è stato mai uomo così grande. Leonardo aveva molte stranezze, come comprare uccellini e liberarli dalle gabbiette. Sembra fosse vegetariano poiché amava molto gli animali. Dei suoi 30.000 fogli di studio, se ne conservano 6.000 che presentano la sua poliedricità. Questo anniversario è un’ottima opportunità per approfondire o conoscere un genio della nostra Italia che rende lustro ed onore al solo nominarlo.

La vita di Leonardo è stata un interminabile procedere e avanzare, per poi interrompere e lasciare molto di incompiuto. Questo mi sembra un messaggio per ogni uomo, poiché in ogni persona è inscritta la grandezza, ma anche il limite fatto di finitudine e fragilità.