Il famoso documentarista e opinion leader americano, subito dopo la vittoria di Trump, ha lanciato dalla sua pagina Facebook una serie di liste di “cose da fare”. Ecco la prima tradotta in italiano per voi.

Michael Moore, per chi non lo conoscesse, è un regista, sceneggiatore e scrittore americano, fra i pochi ad aver intuito con mesi di anticipo che Trump avrebbe vinto le elezioni. Aveva scritto le sue ragioni in un ormai noto articolo intitolato “5 motivi per cui Donald Trump vincerà”. Da sempre sostenitore di posizioni molto progressiste, è oggi uno dei punti di riferimento di chi protesta a seguito della vittoria del miliardario repubblicano.

Dal giorno dopo l’elezionie di Trump, Moore ha preso a scrivere delle liste di “cose da fare” urgentemente, che puntualmente pubblica sul suo profilo Facebook. Al di là della fattibilità o della reale opportunità delle “cose” riportate, le liste sono molto rappresentative dell’atmosfera che si vive oggi negli Stati Uniti. Oltre che un ottimo modo di comprendere dall’interno le dinamiche sviluppatesi nel prima e nel post elezioni. Abbiamo allora tradotto in italiano queste liste. Qui la prima, domani la seconda (forse ancora più interessante), dopo continueremo a seguirlo…

IL GIORNO DOPO: LISTA DI COSE DA FARE    

1 – Riprendersi il Partito Democratico e restituirlo al popolo visto che i dirigenti attuali hanno fallito miseramente.

2 – Licenziare tutti i sapientoni, veggenti, sondaggisti, e chiunque nei media abbia raccontato cose sbagliate rifiutandosi di ascoltare e riconoscere ciò che stava realmente accadendo. Questi sono gli stessi istrioni che adesso vengono a dirci che “dobbiamo superare le divisioni” e “rialzarci insieme”. Gli stessi che cagheranno fuori tante altre cazzate nei prossimi giorni. Mettiamoli a tacere.

3 – Ogni membro democratico del Congresso che non si sia svegliato questa mattina pronto a combattere, resistere e ostacolare, come hanno fatto i repubblicani per otto anni contro il Presidente Obama, deve fare un passo indietro e lasciare il campo a quelli di noi che hanno idea di come fermare la meschinità e la pazzia che sta per iniziare.

4 – Smettiamola di dire che siamo stupefatti e scioccati. Chi lo dice ammette di aver vissuto in una bolla e che non stava facendo attenzione ai propri concittadini americani e alla loro disperazione. Anni passati ad essere trascurati da entrambi i partiti non hanno fatto che aumentare la rabbia e il desiderio di vendetta contro il sistema. È chiaro che molti poi hanno apprezzato una star della TV arrivata con il piano di distruggere entrambi i partiti e dire loro “siete licenziati!”. La vittoria di Trump non è una sorpresa. Lui non è mai stato uno scherzo. Averlo trattato come tale l’ha solo rafforzato. Lui è sia una creatura che una invenzione dei media, anche se i media non lo ammetteranno.

5 – A chiunque incontrate oggi dite questa frase: “Hillary Clinton ha vinto nel voto popolare”. La maggioranza dei nostri concittadini americani ha preferito Hillary Clinton a Donald Trump. È un fatto. Punto. Se vi siete svegliati sta mattina pensando di vivere in un paese completamente fottuto, non è il caso. La maggioranza dei vostri concittadini americani hanno scelto Hillary, non Trump. La sola ragione per cui lui è presidente e per la vecchia, insensata, ottocentesca idea dei collegi elettorali. Finché non la cambieremo continueremo ad avere presidenti che non abbiamo eletto e che non volevamo. Vivete in un paese in cui la maggioranza dei cittadini ha detto di credere che esista il cambiamento climatico, che le donne devono essere pagate come gli uomini, che vuole un’educazione universitaria che non costringa ad indebitarsi, che non vuole che si invadano altri paesi, che vuole un rilancio del salario minimo e un vero e proprio sistema di assistenza sanitaria universale. Tutto ciò non è cambiato. Viviamo in un paese in cui la maggioranza è in linea con le posizioni “liberal”. Ci manca solo la leadership liberal giusta per realizzare tutto questo.


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"Andrea Colasuonno nasce ad Andria il 17/06/1984. Nel 2010 si laurea in filosofia  all'Università Statale di Milano con una tesi su Albert Camus e il pensiero meridiano. Negli ultimi anni ha vissuto in Palestina per un progetto di servizio civile all'estero, e in Belgio dove ha insegnato grazie a un progetto dell'Unione Europea. Suoi articoli sono apparsi su Nena News, Lo Straniero, Politica & Società, Esseblog, Rivista di politica, Bocche Scucite, Ragion Pratica, Nuovo Meridionalismo.   Attualmente vive e lavora a Milano dove insegna italiano a stranieri presso diversi enti locali".