
Agata e Anna: le donne del mio 30 luglio…
Nel mio 30 luglio ha fatto caldo e freddo due volte, in pochi attimi, a quattro anni di distanza.
Nel mio 30 luglio ho percorso due tragitti diversi che mi portavano al mare, agitato e calmo.
Il mio 30 luglio 2012 aveva gli occhi verdi, si chiamava Agata, era mia nonna e non solo. Era una donna dolce e fragile, una donna d’altri tempi che mi ha cresciuta come una seconda mamma sa fare. Era un caldo abbraccio ed una carezza, era una chiamata a fine serata, un “ hai mangiato?” che qui al Sud è chiedere se stai bene.
Mia nonna era una voce costante e incessante, un profumo nell’aria mite dell’estate e nel freddo dell’inverno. Quella voce, però, si è spezzata in quel brutto 30 luglio. Sono ferma a ricostruire i pezzi frantumati ancora nel mio cuore di quella brutta giornata che aveva di concreto due segni: i miei due costumi appena comprati che non ho voluto indossare per un po’. Quella brutta giornata era un sordo rumore della telefonata di mio padre: “Nonna ha smesso di soffrire”, che ha fatto crollare in me la certezza dell’immortalità, perché Agata, mia nonna, a cui avevo fatto appena in tempo a dire che le volevo troppo bene, ha sollevato le ali verso un cielo limpido in cui mio nonno la stava aspettando come uno sposo aspetta l’amore della sua vita.
Io ho aspettato seduta mia nonna e le ho urlato: “Mi senti, mi senti?”, ma lei non mi sentiva. Poi è comparsa tra i miei sogni e mi ha detto di alzarmi da quella sedia e di vivere con quell’amore semplice che lei ci aveva insegnato. Così ho lentamente ritracciato la rotta, il vento non era sempre in poppa, anzi… però lei l’ha cambiato e mi ha riportato anche la pace.
Il mio 30 luglio 2016 ha gli occhi marroni, si chiama Anna Marchesini, è un’attrice, la mia attrice, il mio idolo di donna, un’amica che ho sentito e sento vicino a me da sempre.
Anche questa volta la sua voce forte e chiara è stata interrotta da una chiamata di Francesca, una mia amica: “Ale è morta Anna”. Ho pianto come quattro anni prima. Ho pensato che questa coincidenza di date avesse un unico segno: Agata e Anna, lontane nel tempo e nello spazio erano e sono in me, sono la mia personalità, il mio amore per la vita, la mia ironia, fragilità e dolcezza, la mia caparbietà, sono Alessandra.
Le ringrazio per avermi riportata spesso a galla.
Forse ora si sono incontrate lassù, Agata avrà sorriso dicendole: “Tu sei la famosa attrice che mia nipote adora da sempre”, magari le avrà offerto un caffè chiedendole se ha mangiato.
Chissà se quel mare agitato di quel brutto 30 luglio si calmi per sempre.
Ciao alle donne del mio 30 luglio.